Negli anni dopo la seconda Guerra Mondiale ha visto la costruzione delle torrette dei carrarmati Leopard, poi le lavorazioni metalmeccaniche della Simi e le carpenterie meccaniche della Cemit. In quegli uffici ha lavorato Girolamo Manisco, ingegnere, romano, tra i progettisti dell'allora Italsider e presidente della stessa Simi. Quell'area è stata un pezzo importante della storia economico-produttiva di Taranto. Ed ha vissuto vicende alterne tra successi e periodi di buio.
Ma ora sulle tracce della storia si edifica il nuovo. Lo fa il gruppo Comes che un anno fa ha acquisito da un imprenditore quello che era diventato un sito di archeologia industriale, non più usato da dieci-dodici anni, per rilanciarlo con l'idrogeno. Con un investimento complessivo di 12 milioni di euro, di cui 2,6 per la ricerca, avverrà infatti la produzione di elettrolizzatori di nuova tecnologia «frutto della nostra ricerca», spiega il presidente di Comes ed ex presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, presentando a media e autorità la nuova iniziativa, presentazione avvenuta laddove ci saranno i cantieri della ristrutturazione.
Il progetto
Il nuovo progetto si chiama in sigla HAS, che sta per Hydrocracy Advanced System.
I tempi e le risorse
Un anno e mezzo è il tempo stimato per i lavori. «Stiamo cercando di farlo diventare uno degli stabilimenti più green d'Europa - rileva Cesareo -. Sarà infatti sostenuto energeticamente da pannelli fotovoltaici e da accumulatori ad idrogeno con una tecnologia di nostra ricerca sulla quale stiamo lavorando». Inoltre, a ristrutturazione ultimata, il complesso «sarà dotato di palestra per i dipendenti e di sala lettura e la sede attuale di Comes, che è limitrofa, diverrà Comes Accademy, cioè il nostro centro di ricerca. Ma sarà anche un contenitore aperto alla città per mostre fotografiche, presentazione di libri ed eventi culturali».
Lo scopo è integrare la fabbrica alla città e viceversa. Quest'anno Comes cresce del 67 per cento rispetto allo scorso anno. Il fatturato 2022 è di circa 50 milioni di euro. La quota estera è salita dal 4,3 del 2020 al 15,1 del 2022 e nel 2023 sarà del 23,3. Inoltre, l'anno prossimo il budget, a livello di fatturato, è fissato a 67 milioni, +35,8, dei quali 50 sono già in pancia oggi. Il gruppo Comes attualmente conta circa 490 unità (erano 432 nel 2021 e 347 nel 2020) e per il 2023 le ore di lavorazione calcolate, 1,4 milioni, porterebbero l'organico a 757 unità. «Ma non contiamo di fare tutto con risorse interne - afferma Cesareo -. Cresceremo di 50-60 unità e per il resto ci appoggeremo alla filiera di fornitori e partner». L'azienda annuncia che l'impegno di personale all'estero è cresciuto nel 2022 del 128,2 per cento grazie al volume di ore sviluppato nei cantieri di Irsching e Marbach in Germania. E nel 2023 si avrà una crescita analoga (+112) con lo sviluppo dei cantieri in Francia che si affiancheranno a quelli in Germania. Il fatturato 2022 vede l'energia in testa col 59,9 per cento (28,819 milioni), seguita da militare e siderurgia appaiati (17 per cento a testa, 8,5 milioni, ma per la siderurgia la quota Acciaierie d'Italia non è rilevante), terziario al 7 per cento (3,4 milioni).
Ma ieri Comes ha anche rinnovato una tradizione che la vede protagonista da anni, quella del calendario. «Abbiamo raccolto i monumenti di 12 città del mondo che si sono vestite con i colori arcobaleno della pace - racconta Cesareo -. C'è New York, San Francisco, Sidney, Madrid, Parigi, Napoli, Torino. Purtroppo non abbiamo trovato un monumento di Taranto, ma sicuramente ci rifaremo prossimamente. Sono immagini corredate da una frase sulla pace, le più diverse, da Madre Teresa di Calcutta a John Lennon, da Malcom X a Karol Wojtyla. Le abbiamo inviate ai potenti della Terra, dai capi di Stato a Papa Francesco, ma anche a tutti coloro che in Italia ritengo possano, debbano e facciano qualcosa perchè quest'assurda guerra abbia fine: presidente del Consiglio e ministri. Inviato anche ai rappresentanti del territorio. Tutti avranno l'occasione di riflettere sulla pace».