Sequestrate banconote false per un valore di 7mila euro: ecco i tagli più a rischio truffa

Sequestrate banconote false per un valore di 7mila euro: ecco i tagli più a rischio truffa
Sequestrate banconote false per un valore di 7mila euro: ecco i tagli più a rischio truffa
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Martedì 16 Aprile 2024, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 20:25

È di oltre 7.000 euro il valore delle 182 banconote false sequestrate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto a seguito di attività dirette a contrastare il fenomeno del cosiddetto “falso nummario”.

In tale contesto gli approfondimenti delle Fiamme Gialle tarantine sono stati finalizzati a ricostruire l’intera filiera del falso, partendo anche dal singolo detentore di banconota contraffatta, per individuare le eventuali ipotesi di reato connesse, quali la truffa e il riciclaggio.

La classifica

La “classifica” delle banconote false sequestrate vede tra i primi posti i tagli da 50 euro (86 banconote per un valore di 4.300) e 20 euro (84 banconote per un valore di 1.680), seguiti da quello da 100 euro (8 esemplari per un corrispondente valore pari a 800 euro); nelle restanti posizioni figurano le banconote con tagli da 200 euro (1 pezzo), 10 euro (2 pezzi) e 5 euro (1 pezzo).

Non si registra invece la presenza di banconote da 500 euro.

Un significativo supporto alle indagini arriva anche dalle sinergie attuate con il Centro Nazionale Analisi (“C.N.A.”) della Banca d’Italia, che rimette periodicamente a questo Comando Provinciale le banconote già riconosciute false e sulle quali vengono esperiti approfondimenti investigativi utili a rilevare potenziali collegamenti con episodi criminosi che hanno interessato la provincia di Taranto.

Lotta alla criminalità economico - finanziaria e sicurezza in materia di circolazione dell’euro e degli altri mezzi di pagamento: sono queste le prerogative di legge affidate al Corpo per arginare l’immissione sul mercato di banconote e monete contraffatte, a tutela del corretto funzionamento dei mercati dei capitali e a salvaguardia della fiducia che il pubblico ripone nell’utilizzo della valuta.

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