Parco di Lulù chiuso per burocrazia. I bimbi dei Tamburi con le mamme: «Vogliamo solo giocare»

Parco di Lulù chiuso per burocrazia. I bimbi dei Tamburi con le mamme: «Vogliamo solo giocare»
Parco di Lulù chiuso per burocrazia. I bimbi dei Tamburi con le mamme: «Vogliamo solo giocare»
di Nicola SAMMALI
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Venerdì 7 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:20

Lo striscione sul cancello chiuso del Parco di Lulù al quartiere Tamburi dice tutto: “Vogliamo giocare”, c’è scritto a caratteri rossi. Sotto ci sono i bambini che da due mesi aspettano di poterci entrare. «Vogliamo il parco giochi», urlano e battono le mani, per farsi sentire di più. L’area inaugurata il 9 maggio scorso è l’unica dove potrebbero divertirsi in sicurezza, anche se per il momento resta solo un desiderio, una promessa mancata. Pochi passi più indietro ci sono le famiglie, le mamme che hanno deciso di protestare, nonni e papà che vorrebbero soltanto capire quando il Parco di Lulù sarà finalmente aperto.

Al di là delle motivazioni, delle responsabilità, del tempo che è passato senza avere risposte, chiedono chiarezza e una data certa, perché sono stanchi di aspettare.

Al momento, però, le uniche certezze sono che il parco non è stato ancora formalmente consegnato al Comune e che quindi l’apertura dovrebbe spettare semmai alle fondazioni “Parole di Lulù” e “Pizzarotti”. Inoltre, avrebbero avuto problemi con la ditta che doveva piantumare il verde pubblico già prima dell’inaugurazione. 

Le polemiche

Sui motivi dei ritardi si è espressa l’assessore all’Ambiente Francesca Viggiano, rassicurando intanto sul fatto che «il “Parco di Lulù” aprirà, perché desideriamo tutti che sia così e perché ogni attore coinvolto in questa bellissima impresa offrirà il suo contributo di buona volontà, senza puntare il dito contro nessuno». E aggiunge: «Oltre le polemiche politiche, delle quali potremmo fare a meno quando parliamo di cose belle come il “Parco di Lulù”, oltre le legittime aspettative dei cittadini, che vorrebbero utilizzare questo bene meraviglioso, forse è necessario fare un po’ di chiarezza rispetto alla vicenda della quale si parla molto in questi giorni. Prima di ogni altra considerazione, serve specificare un dato: il Comune di Taranto sarà responsabile in via esclusiva di gestione e manutenzione dell’area solo a partire dal gennaio del 2024. Fino a quella data, come riporta il verbale di consegna del bene, saranno le fondazioni “Parole di Lulù” e “Pizzarotti” a occuparsi di gestione e manutenzione attraverso la cooperativa sociale “Noi & Voi”. Come amministrazione Melucci, tuttavia, siamo andati anche noi oltre le responsabilità e facendoci parte diligente abbiamo cercato di rimediare alle difficoltà patite evidentemente da altri, come l’assenza di un adeguato impianto di irrigazione necessario per la salvaguardia delle aree verdi che ha, di fatto, rimandato l’apertura del parco. Ci siamo resi disponibili a fornire l’acqua necessaria attraverso autobotti, perché usare quella potabile per l’irrigazione non sarebbe assolutamente etico e sostenibile, facendo venir meno anche i principi alla base di questo progetto». 

Ai bambini, però, poco importa di convenzioni e obblighi, ed è surreale vederli aggrappati alle ringhiere in ferro con lo sguardo rivolto alle giostrine ferme. «Vogliamo il parco giochi». Poche parole, ma significative. Sotto il sole bollente di un pomeriggio di luglio, la delusione è tanta. «Finalmente abbiamo un parco veramente bellissimo, c’è anche una biblioteca, ma aspettiamo ancora l’apertura: dopo l’inaugurazione ho detto ai miei figli che saremmo tornati a giocare, ma nulla. Al momento non sappiamo nulla, abbiamo notizie frammentarie», spiega Tiziana Tedesco, abitante del quartiere. 

«Siamo cittadini che vogliono un po’ di comprensione, un po’ di vita, perché qui non abbiamo niente. Ci eravamo rallegrati con questo parco, perché i bambini potevano giocare un po’: invece, niente. Speriamo in un miracolo, se così lo vogliamo chiamare. Non ci devono abbandonare, i nostri bambini hanno il diritto di vivere e giocare. Come nonna mi fa male il cuore vedere questi bambini che non hanno un posto dove giocare», racconta Lucia Predetto. Tra le mamme che sono scese in strada c’è anche Palmira Blè: «Ci aspettavamo una grande gioia sui Tamburi - ammette -, perché qui non abbiamo parchi per i bambini, non abbiamo veramente niente. L’apertura di questo parco era un tassello in più per dare qualcosa di migliore al quartiere, però come al solito, con tutte le discriminazioni che subiamo, viene fatta l’inaugurazione e poi viene chiuso. Non ce la facciamo più».

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