Volge al termine con un lieto fine la sconvolgente storia che ha travolto N.C. e C.E., una coppia di coniugi di Carovigno, in provincia di Brindisi, che aveva attirato l’attenzione della cronaca locale e nazionale. Il tutto ebbe inizio nel 2011, quando, due truffatori originari del Tarantino, fingendosi militari della Guardia di Finanza, chiesero ai malcapitati la somma di 5.000 euro per un presunto e non veritiero debito degli stessi nei confronti dell’Agenzie dell’Entrate. Una volta perpetrata questa prima truffa, rendendosi conto dell’umiltà e dell’innocenza dei coniugi, convinsero gli stessi di avere il “malocchio” pretendendo, di conseguenza, la somma di 70.000 euro per liberarli dalla malasorte.
La denuncia
Le vittime, successivamente, si rivolgevano allo sportello Adoc di Brindisi, dove gli avvocati Marco Elia e Marco Masi, rendendosi conto della gravità della situazione, instauravano immediatamente un procedimento penale conclusosi con la condanna ad un anno di reclusione per i truffatori.
Il risarcimento
Nel procedimento civile i malcapitati chiedevano la liquidazione dei danni patrimoniali (già accertati nel loro ammontare nel giudizio penale, pari a 75.000 euro) e di quelli non patrimoniali (da accertare nel corso del procedimento). Il giudice ha accolto la richiesta degli avvocati Elia e Masi statuendo che il giudizio civile, essendo indefettibilmente collegato all’accertamento della responsabilità penale dei due tarantini, non può entrare nuovamente nelle vicende e nelle condotte di chi è già stato condannato per truffa e né può esprimere diverse valutazioni in ordine alla loro acclarata responsabilità penale. Per tali motivi, il giudice civile ha condannato i due truffatori al pagamento in favore degli anziani coniugi della somma complessiva di 85.000 euro (42.500 per ciascuno) alla quale si aggiungono tutte le spese processuali.