Lavoro, cala l'offerta. E scende anche il numero delle imprese nel 2023: tutti i dati

Lavoro: le richieste settore per settore
Lavoro: le richieste settore per settore
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 9 Giugno 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:05

Calano l’offerta di lavoro e le imprese nel Tarantino. Per la prima nel trimestre sino a luglio sono previsti 10.540 ingressi, ma si è a 1.080 unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. E anche la stima di maggio non era buona: 2.760 entrate, 140 in meno rispetto ad un anno fa. 
Per le imprese, invece, nei primi tre mesi dell’anno le iscrizioni sono diminuite del 4,5 per cento sul primo trimestre del 2022 mentre le cancellazioni aumentate del 58,6.

I dati

È il quadro complessivo che si ottiene incrociando i dati del sistema InfoCamere delle Camere di Commercio per le imprese e di Excelsior di Unioncamere per l’offerta di lavoro. 
Nel trimestre sono i servizi quelli che si calcola avranno meno bisogno di addetti, mentre l’industria, da un anno all’altro, ne guadagna 180.

Cosa chiedono le aziende

Partiamo dal titolo di studio. Qui i dati di maggio 2023 evidenziano che la domanda tocca i laureati solo per l’11 per cento mentre sta in testa, al 37 per cento, la richiesta di personale senza alcun titolo di studio. Il diploma di scuola media superiore assorbe il 34 per cento della richiesta e la qualifica o il diploma professionale il 17 per cento. Una buona fetta di domanda, sempre su maggio, si concentra sulla fascia anagrafica inferiore ai 30 anni (è il 33 per cento), ma il 44,9 per cento delle aziende interpellate dice che ciò che cerca sarà di difficile reperimento.

Dove c’è bisogno di personale

 Anzitutto nella produzione di beni ed erogazione del servizio, con 1.320 ingressi su 2.670 totali di maggio, pari al 47,8, e poi nel commercio e nella vendita col 19,5 (540 entrate), nelle aree tecniche e progettazione col 14,9 (stimate 410 assunzioni) e nella logistica: 13,1 per cento del totale, 360 persone. Il 70 per cento degli ingressi avverrà nelle imprese che vanno da uno a 49 dipendenti. 
Le stime dicono che nel trimestre da maggio a luglio 2.780 ingressi riguarderanno i servizi di alloggio, di turismo e di ristorazione, 1.760 il commercio, 1.160 le costruzioni, 1.330 i servizi alla persona e 770 i servizi operativi di supporto a imprese e persone.

Sui contratti di lavoro, quelli a tempo determinato sono prevalenti col 68 per cento mentre l’indeterminato costituisce il 15 per cento della richiesta.

Le imprese

Venendo invece alle imprese, quali, nel primo trimestre 2023, i settori che hanno registrato un regresso nelle iscrizioni rispetto ad un anno fa? In testa c’è l’agricoltura con 102 iscrizioni, il 28,7 per cento in meno (mentre a livello nazionale la diminuzione è stata dell’11,8). Poi viene il commercio: 140 iscrizioni, il 25,1 per cento in meno quando a livello Italia la perdita è stata dell’1,1. 
Quindi il turismo: nel trimestre solo 43 nuove imprese. Si è sotto del 23,2 per cento contro un dato nazionale che registra invece un aumento del 4,7. In controtendenza rispetto a questi comparti vanno l’edilizia, con l’1,1 in più - frutto di 96 iscrizioni -, e le attività manifatturiere, minerarie e dell’energia, con +23,5 per cento e 21 nuove imprese. Settori, questi, che nel trimestre hanno invece avuto un decremento a livello nazionale.

Iscrizioni, dicevamo, calate del 4,5 e cancellazioni aumentate del 58,5 confrontando il primo trimestre del 2023 sul 2022, ma anche il dato relativo alle imprese entrate in scioglimento e in liquidazione non è irrilevante. Siamo a 172. Rispetto ad un anno fa è l’8,2 per cento in più mentre invariati si presentano fallimenti e procedure concorsuali: 12. Come l’anno scorso. Restringendo il campo di osservazione, dal totale imprese si possono ricavare elementi specifici per le imprese giovanili e le femminili. Le giovanili iscritte sono 22 per l’agricoltura (-26,7 sul primo trimestre 2022), 26 per le costruzioni (-7,1), 50 per il commercio (-23,1), 17 per il turismo (-19). 


E calano, da un trimestre all’altro, anche le iscrizioni di imprese femminili. Sono 31 le nuove per l’agricoltura, -27,9, 42 per il commercio, -14,3, e 16 per il turismo, -23,8. Un tocco di rosa, invece, nelle costruzioni, dove le 11 imprese che si sono iscritte nel trimestre costituiscono il 22 per cento di aumento rispetto ad un anno fa. Negativi, infine, nel raffronto anche i numeri relativi alle iscrizioni di imprese straniere nei settori dell’agricoltura, edilizia, commercio e turismo. Se i dati delle imprese sono negativi, quelli dei loro occupati sono però positivi. Sono 104.145 gli addetti totali, ma su questo numero vanno fatte due precisazioni: sono riferiti al trimestre precedente e nel caso di imprese con localizzazioni fuori provincia, gli addetti si riferiscono al totale sul territorio nazionale. Alla fine del 2022, le imprese registrate erano 51.925, di cui 43.632 attive. Di queste, 14.226 appartengono al commercio, 10.758 all’agricoltura, 5.624 all’edilizia, 3.779 al turismo e 4.367 ai servizi. Il grosso, più di 30mila, sono individuali.

La lettura che dall’insieme fanno in Camera di Commercio è che per quanto riguarda la domanda di personale, “si risente probabilmente dell’andamento dell’economia territoriale e del periodo. Nessuna sorpresa, invece, sul fatto che si cerchi soprattutto personale senza titolo di studio specifico perchè costituisce una costante della nostra area”. Sull’andamento delle imprese, invece, l’analisi è che “il primo trimestre dell’anno sconta sempre cancellazioni e chiusure della coda dell’anno precedente. Non va quindi drammatizzato. Poi generalmente si riparte, ma questo lo si vedrà a metà luglio con i dati del secondo trimestre 2023. È chiaro che monitoriamo la situazione e va fatto suonare un allarme se da aprile a giugno i dati non dovessero cambiare”.

Sinora gli anni si sono chiusi sempre col segno più, commentano infine dalla CdC. E infatti il 2022 sul 2021 ha espresso l’1,1 per cento di tasso di crescita, con le individuali rimaste stabili e quelle di capitali aumentate del 4,2. E tranne il manifatturiero e i trasporti che da un anno all’altro accusano flessioni molto modeste, tutti gli altri settori sono cresciuti. 

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