Ex Ilva, nuovo (ennesimo) round post Epifania. Il governo a Mittal: «Per noi l'8 gennaio è la linea rossa»

Ex Ilva, nuovo (ennesimo) round post Epifania. Il governo: «Per noi l'8 gennaio è la linea rossa»
Ex Ilva, nuovo (ennesimo) round post Epifania. Il governo: «Per noi l'8 gennaio è la linea rossa»
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Venerdì 29 Dicembre 2023, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 19:11

Ci sarà un nuovo round governo sindacati sul futuro dell'ex gruppo Ilva il 9 gennaio. Lo ha assicurato, a quanto si apprende, l'esecutivo al termine dell'incontro di oggi. Il confronto si terrà dunque dopo il vertice tra governo, Invitalia e Arcelor Mittal previsto per l'8 che per l'esecutivo dovrebbe essere dirimente.

Dal governo dunque non sarebbe arrivato nessun aggiornamento tecnico sulla strada da prendere per risolvere la crisi finanziaria dell'ex gruppo Ilva.

A Fim Fiom Uilm Uglm e Usb, infatti, l'esecutivo avrebbe spiegato, si apprende ancora, di essere appunto in attesa del vertice con Arcelor Mittal. Sul tavolo del contendere con il socio indiano di Adi sempre il nodo relativo alla ricapitalizzazione pro quota della società per garantirne la sopravvivenza ed il rilancio industriale che per Mittal dovrebbe essere circoscritta a 320 mln mentre per lo Stato, socio di minoranza non dovrebbe essere inferiore ai 1,320 mld.

Le rassicurazioni

Per il Governo erano presenti il ministro degli Affari Ue e Pnrr, Raffaele Fitto, delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro Elvira Calderone (in video collegamento) e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per le associazioni sindacali hanno partecipato i segretari generali di Fiom Cgil, Michele De Palma, Fim-Cisl, Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Usb Francesco Rizzo e Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera.

«Quello che vi vogliamo far capire è che l'8 gennaio sarà la deadline, la linea rossa oltre la quale non si può andare nella risposta che Mittal ci dovrà dare per assumere noi, poi, scelte conseguenti». Così il governo, a quanto si apprende da fonti presenti all'incontro, avrebbe assicurato ai sindacati che non intende andare oltre il vertice con Mittal, previsto per i primi di gennaio dal Cda di Adi ieri, per assumere le decisioni relativamente al rilancio dell'ex gruppo Ilva. «Vorremmo evitare l'amministrazione straordinaria: in ogni caso il governo garantisce la continuità produttiva degli impianti», avrebbe ancora assicurato.

Sindacati inferociti

Sull'ex Ilva "siamo a un passo dallo scontro perché abbiamo chiesto al governo, in due incontri, di assumere una posizione chiara con Mittal con l'assunzione di responsabilità e la salita pubblica e a oggi ci sono state riproposte altre due soluzioni che non vanno nella direzione auspicata dai lavoratori e dal sindacato, quindi il governo si sta assumendo una responsabilità e lo devono sapere". Lo afferma il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, al termine del tavolo su Acciaierie d'Italia. "Devono sapere che per noi o c'è un elemento di condivisione o è del tutto evidente che sceglieremo le strade per far valere le nostre ragioni nei confronti dell'azienda e di questo discuteremo con le altre organizzazioni sindacali e con i lavoratori perché è a rischio la salute, la sicurezza, l'ambiente e il futuro dell'industria siderurgica nel nostro Paese", aggiunge De Palma. 

Il tavolo sull'ex Ilva "è stato l'ennesimo incontro negativo, peggio di così non poteva andare", secondo il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. "Siamo venuti per poter ascoltare da parte del governo quali dovevano essere le soluzioni per una situazione che dura da diversi anni e negli ultimi mesi è diventata drammatica. Le ultime indicazioni erano: faremo un incontro per dirvi le soluzioni. Soluzioni non ce ne sono state" e "il governo ha continuato a dire: noi verificheremo se saranno ancora disponibili ad aumentare il capitale, non solo per superare il limite di emergenza attuale ma anche per acquistare l'azienda. Noi gli abbiamo detto che quattro anni sono stati sufficienti per poter giudicare un gruppo che è odiato da tutti", dice Palombella. "Dal primo di gennaio - aggiunge - partirà una cassa integrazione non sottoscritta dalle organizzazioni sindacali, senza piano industriale e loro hanno pensato di non consultarci in una cassa integrazione che vede ancora una volta lavoratori discriminati. I lavoratori in manutenzione sono la stragrande maggioranza e la situazione degli impianti è drammatica e oggi non possiamo assolutamente dare un messaggio di fiducia". 

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