Si riducono le speranze che possa essere la Regione a risolvere il doloroso caso di Federico, il bimbo tarantino affetto da una malattia rara del sistema spinale per la quale non esiste cura. O meglio, l'unico farmaco, il Zolgensma, prodotto dalla Avexis del gruppo Novartis, ha costi proibitivi: oltre due milioni di euro. A smorzare le speranze dei genitori e di molti che hanno preso a cuore la loro battaglia, è il consigliere regionale del Partito democratico di Taranto, Enzo Di Gregorio, preoccupato per la sorte del piccolo Federico e di altri due bambini pugliesi che soffrono dello stesso morbo, Melissa di Brindisi e Paolo della provincia di Bari.
Secondo il consigliere tarantino che su questa vicenda ieri ha avuto un incontro con l'assessore alla Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, il farmaco in questione non avrebbe nessun effetto sul piccolo Federico o sugli altri due suoi coetanei perché hanno superato i sei mesi di età per cui la costosissima molecola che si somministra una sola volta nella vita, non risolverebbe il problema.
«Martedì prossimo, prima della seduta del consiglio regionale, mi rivedrò con l'assessore Lopalco e con il presidente Emiliano e ripresenterò loro il problema ma ho poche speranze», afferma Di Gregorio che ricorda le parole pronunciate dal professore Lopalco. «L'assessore mi spiegava inoltre - racconta ancora il politico - che questo farmaco può essere somministrato solo in assenza di altri farmaci, pertanto proprio sul piccolo Federico sarebbe controindicato dal momento che deve assumere altre cure di cui non può fare a meno». Visibilmente provato e dispiaciuto, infine, Di Gregorio riferisce il parere espresso dal presidente Emiliano il quale avrebbe detto che se ci fosse qualche medico disposto a prescriverlo, «noi glielo compreremmo». «Anche se fosse sarebbe purtroppo inutile», aggiunge l'esponente del piddì ionico che è anche vicepresidente della commissione regionale sui servizi sociali e sanità.
Nella sostanza, la posizione del governo regionale è in linea con le direttive dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, alla quale ha chiesto chiarimenti anche il ministro Speranza.