Ventura: "Lecce, riprende la strada smarrita. Col Milan è tosta ma mai dire mai"

Gian Piero Ventura
Gian Piero Ventura
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 9 Novembre 2023, 05:00
Eccole, Lecce e Milan, sul dodicesimo giro di un campionato che si fermerà ancora in omaggio alla Nazionale ed alle sue speranze di non perdere l’Europa, ancora una volta. Eccole, il Lecce che all’Olimpico romano ha buttato alle ortiche la favolosa pagina storica che stava scrivendo; ed il Milan che aveva piegato la testa nel suo Meazza, contro l’Udinese ancora a digiuno di vittorie nelle prime dieci giornate, ma che è tornato se stesso, la sera del martedì, sullo scenario europeo contro il Psg.
Due inciampi maledetti in campionato, nella zona dei sogni, con il Milan in terza posizione a sei punti dall’Inter capolista, a quattro dalla Juventus di Allegri che corre senza l’assillo e le fatiche degli impegni europei, con il Lecce che scivola ancora, trasferendosi sul versante destro della classifica, lasciando la compagnia di Monza e Frosinone, mentre da laggiù arrivano segnali che potrebbero farsi inquietanti, se non ci si rimette in cammino col passo della vittoria.
Giampiero Ventura aveva previsto il Milan comunque dopo l’Inter, pronosticata già davanti a tutti, all’inizio del campionato. E conferma: «L’Inter fuga ogni dubbio, è certamente la squadra da battere, la più forte di tutti, dello stesso Napoli campione d’Italia che invero sta venendo fuori dalle difficoltà iniziali, troppo grandi se legate alla partenza di un solo giocatore. In questo momento in vetrina ci sono i risultati della Juventus». Parla della delusione delle romane, l’ex ct della nostra Nazionale. «Decisamente indietro rispetto alle aspettative. La Roma ha dimostrato ancora una volta, proprio contro il Lecce, di essere Lukaku dipendente».
Ecco il Milan. «Il Milan di Hernandez, Leao, Giroud, giocatori di qualità con i quali finora non è stato molto fortunato, almeno in campionato, ha preso giocatori importanti, ha pagato anche infortuni importanti». Dalla zona dei sogni, a quella della salvezza, che quest’anno sembra particolarmente ampia. «Un campionato a sé, un’infinità di squadre che lottano a partire dalla Salernitana che è l’ultima. Nel giro di nove-dieci punti sono tutte coinvolte. C’è un Cagliari che sembrava morto ed ha infilato due vittorie consecutive. Ranieri è una garanzia. Il Lecce ha iniziato con un grande campionato, conquistando posizioni di classifica che regalavano il sorriso e facevano meritare applausi. A Roma è stato davvero sfortunato. Ha però ragione D’Aversa: quando pareggi a pochi minuti dalla fine poi devi essere bravo a saper congelare la partita. Il Lecce ha giocato buone partite se si eccettua forse quella con il Torino, che era chiaramente alla portata e l’ha sciupata con la conseguenza di infilare a Roma la seconda battuta d’arresto consecutiva, terza con quella beffarda di Coppa Italia con il Parma in zona recupero come con la Roma che non fa bene. Bisogna stare attenti. Perché i troppi elogi a volte possono determinare atteggiamenti non sempre produttivi. Quando parti benissimo le aspettative aumentano, ma è necessario non smarrire mai un sano realismo. A Lecce verrà un Milan che ha dimenticato subito il flop contro l’Udinese. Il Meazza la sera del martedì, ha cancellato la sorprendente caduta interna contro i friulani ed ha applaudito un grande Milan, forse il più bello di quest’anno contro una formazione del calibro del Psg. Pioli lo aveva detto “Il sentimento prevalente dentro di noi è quello di rivalsa e dimostrare che non siamo quelli visti contro l’Udinese”. Ed il Milan che ha recuperato Hernandez, Pulisic, il Milan che non aveva ancora segnato un gol nella manifestazione europea, è andato a segno con uno straordinario Leau e Giroud. La vittoria porta a Lecce una squadra certamente esaltata nell’animo, magari però con il segno sul piano fisico di chi ha dato l’animo quattro giorni prima dell’impegno al Via del Mare».
E l’ex ct della Nazionale azzurra ha una sua logica. «Il Lecce sa peraltro che se è giusto sognare il colpo grosso con lo squadrone di Pioli, è molto più importante far risultato con il Bologna. D’Aversa comunque sa come prendere la gara, gli sono vicino anche attraverso il mio amico Sullo, suo prezioso collaboratore che ho avuto con me per dieci anni. E sa che ad una squadra come la sua, i sogni non sono vietati. Ad alimentarli, un pubblico che conosco sino in fondo, e che spingerà Ramadani ed i suoi, sperando che Banda o Strefezza, che Krstovic o Piccoli, si regalino e regalino al Lecce un pomeriggio di gloria».
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