Oggi Stefano Tacconi si sente «un uomo diverso, che ha conosciuto la sofferenza e che tutt’ora sta lottando». Un malore improvviso, il coma, la riabilitazione, una seconda possibilità. Sono passati quasi due anni da quel 23 aprile 2022 da quando l’ex portiere della Juventus e della nostra Nazionale è stato colpito da un'ischemia cerebrale. Al suo fianco c'era suo figlio Andrea che gli è sempre rimasto accanto. «Ringrazio per avere avuto nella vita una seconda possibilità», racconta in un'intervista a Il Secolo XIX.
Tacconi, la "rinascita" dell'ex portiere
Con lui anche l'affetto dei tifosi, quelli della Vecchia Signora in primis.
Di quel giorno ricorda poco. «Solo un fortissimo male di testa. Poi il buio». Quando ha rivisto la luce, «quando mi sono svegliato ho visto per prima mia moglie Laura e i miei figli. Subito ho sentito il calore della loro vicinanza».
Le parole
L'essere credente lo ha aiutato. «Sì, credo in Dio attraverso mia moglie. È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo dove sono stato ricoverato. Credo anche nel mio angelo custode».
Le stampelle? «Ci sono ancora e a tratti c'è anche la sedia a rotelle. Ma continuo con forza la fisioterapia per migliorarmi».
La prossima cosa che Stefano Tacconi vuole fare è tornare allo stadio: «Sì, vorrei molto farlo. E ho in programma di andare a vedere Juve-Milan con mio figlio...». Questa è la sua normalità!