Red Ronnie nel Salento. «Qui valori e cultura che ribaltano la crisi»

Red Ronnie nel Salento. «Qui valori e cultura che ribaltano la crisi»
di Leda CESARI
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Domenica 30 Luglio 2023, 10:36

Come può un Paese pensare di essere in crisi se vanta arte e cultura come quella italiana? E come si può non amare un luogo che esprime valori assoluti come ciceri e tria, purè di fave e formaggi cui perfino un vegano convinto e di lungo corso come lui è costretto a cedere?


Red Ronnie, giornalista e critico musicale, è granitico al riguardo. Ristabiliamo dunque la verità storica e parliamo della sua presenza in Puglia, inaugurazione della sua mostra fotografica (in corso) al ristorante "Foscolo" di Matino a parte.
«Be', finora io ero stato qui solo per lavoro, con due Tim tour che decretarono il successo dei Negramaro, una serata su Woodstock a Grottaglie, un reportage a Bisceglie su Erica Mou. Mai in vacanza, sono sempre andato in Sardegna: invece quest'anno mi sono deciso ed eccomi qui. E mi piace tutto moltissimo: ho visitato Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Lecce per un documentario con Antonio Maggio, Otranto, Casarano per intervistare il ragazzo che ha lanciato la sonda con un cellulare, poi appunto Matino, Nardò per un video Youtube. Ora posso finalmente dire di conoscere e anche di amare il Salento, luogo incredibile: dicono che l'Italia sia in crisi, ma la cultura e l'arte del più piccolo paese, qui, sono straordinarie Chiese bellissime, architetture pazzesche, e non parliamo del mare da Bandiera blu. Questo nonostante quelli che detengono il potere e stampano i soldi dicano che l'Italia è un Paese fallito».


Un Paese meraviglioso, incendi a parte.
«Gli incendi sono causati dalla sconsideratezza umana. Io manderei i piromani in prigione quanto meno per tentato omicidio: mettono a rischio la vita delle persone, e poi comunque distruggono un patrimonio di flora e fauna.

Idem dicasi per chi ha sparso il veleno della Xylella sugli ulivi: gente che ovviamente aveva interesse a favorire le importazioni di olio da altri Paesi».


Ora c'è anche quella della vite.
«Stanno combinando dei disastri assoluti, sul clima. Pensi che in Emilia Romagna e in Veneto sono caduti blocchi di grandine grossi come il doppio di una palla da tennis. E dentro ci hanno trovato bario, ferro, alluminio come fa questa roba a stare nelle nuvole se non ce la mette qualcuno?».


Ma lei per caso è un po' complottista?
«Non sono complottista, sono uno che si fa delle domande: da quando nelle nuvole ci sono certi minerali?».


A proposito di minerali, lei - vegano dichiarato - cosa mangia qui in Puglia?
«Oggi a Bari ho mangiato spaghetti all'assassina, nel Salento ho mangiato purea di fave, ciceri e tria - sì, lo so che è un piatto invernale - e poi una "Norma" con caponata che era la fine del mondo. Quanto al fatto di essere vegano, ho iniziato prima a non mangiare carne per tre mesi per motivi di salute - avevo rotto un braccio sciando e non riuscivo più a muoverlo: mi avevano spiegato in un centro specializzato che tutto si cura con l'alimentazione. Ho iniziato quindi a eliminare i latticini e la carne, appunto, e poi non sono più riuscito a mangiarli. E cinque anni dopo, quando ho visto cosa passa un'aragosta che viene messa a bollire viva, ho eliminato anche il pesce. Oggi non mangio nulla che contempli la sofferenza animale. E non mi ammalo dal 1990».


Resiste pure ai formaggi?
«In genere sì, ma qui in Puglia ogni tanto trasgredisco perché è oggettivamente difficile non cedere mai».


Musica: cosa pensa di quella odierna?
«La musica vera c'è, ma non è quella che passa in radio o in televisione sono i cantautori e soprattutto le cantautrici che io propongo nel mio programma "We have a dream". Oggi i musicisti sono asserviti a un "cartello" e quindi non hanno più nulla di interessante da dire: abbiamo quella che viene considerata la band del momento che pone un problema sociale gravissimo - "Free the nipple", "Libera il capezzolo" - oppure gruppi che si baciano in bocca e mostrano il culo. Ma la musica si fa con le chitarre, non con il culo: David Bowie aveva dietro storie e idee, e una musica strepitosa».


E l'unico modo per smuovere la gente dai divani rimane sempre la musica '70-'80
«Ero adolescente alla fine degli anni '60, quindi compravo i dischi di Jimi Hendrix vivo, dei Doors con Jim Morrison vivo, dei Rolling Stones quando c'era ancora Brian Jones gli anni dal '66 al '69 sono stati i più liberi e creativi nella musica: a seguire il rigurgito punk alla fine dei '70, la New Wave e poi più nulla. Oggi rimane la bella musica di qualche artista solitario e il fatto che i grandi, purtroppo, se ne stanno andando uno ad uno. Per il resto, musica brutta e copiata che porta avanti una deriva sessualizzata e di carenza di valori un caso di ipnosi collettiva».


Lo pensa davvero?
«Tutto è cambiato nel 1985, dopo il Live Aid e dopo Sun City, che mise fine all'apartheid in Sudafrica. In quelle occasioni la musica ha dimostrato tutto il suo potere, così si è deciso di neutralizzarla. Il presidente Bush che si ritrovata a dover rispondere alle richieste di Bono Vox e Bob Geldof: era inconcepibile. Oggi quindi musica banale e data gratis a tutti e lo scempio che vediamo e sentiamo. E molti artisti costretti a convincere la gente a vaccinarsi per poter continuare a cantare: ma l'arte non è mai stata succube del potere».


E dunque Red Ronnie, dichiaratamente fuori dal mainstream, che cosa fa?
«Ha un canale televisivo che si chiama Red Ronnie Tv, che contiene un archivio di mie interviste di 3mila ore - da "Be bop a lula" a "Bandiera gialla"- integrali e non censurate, e rimane convinto di una cosa: tutto ha un'anima, dalla pietra fin su agli animali, e noi dobbiamo stare tutti insieme con amore e spirito di servizio per gli altri. Perché rimarremo per ciò che avremo dato, non per ciò che avremo avuto o accumulato».
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