La bufera al Perrino: torna al lavoro dopo il selfie choc col cadavere. L’ira dei colleghi e la Asl media

La bufera al Perrino: torna al lavoro dopo il selfie choc col cadavere. L’ira dei colleghi e la Asl media
4 Minuti di Lettura
Domenica 21 Aprile 2024, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 13:45

«Non ci sentiamo sicure di lavorare con questa presenza nel reparto. Non c’è serenità. Siamo pronti alle dimissioni». È quanto annuncia parte del personale del laboratorio di Anatomia patalogica del “Perrino” di Brindisi, dopo che nel reparto è tornata ad assumere il ruolo di coordinatrice la 53enne di Ostuni sospesa per sei mesi lo scorso ottobre. Sospensione disposta dall’Asl Brindisi in seguito alla pubblicazione sui social di una foto mentre la professionista sorridente ricuce con un filo, come se fosse una sarta, sull’addome di un uomo a cui era stato eseguito poco prima l’esame autoptico.


Foto collegata ad una frase per celebrare la festività del primo maggio.

A distanza di quasi un anno torna ora la polemica.

La preoccupazione del personale 

Ieri mattina il personale che ha manifestato preoccupazioni dopo il rientro della 53enne ha incontrato il segretario generale della Fials Pino Carbone che sta seguendo la vicenda. «Abbiamo fatto una riunione ufficiale. Loro vorrebbero andare via. Il problema non riguarda solo il comparto ma c’è almeno un medico anche. Abbiamo concordato – spiega Carbone - un incontro con il direttore generale per martedì mattina. Nelle more di questo discorso loro prepareranno un documento dove comunicheranno per iscritto al direttore generale questa esigenza e questa loro preoccupazione». I loro timori deriverebbero da quella che sarà la convivenza quotidiana tra le attività del reparto. 
«La cosa preoccupante è che c’è la condivisione unanime di tutto il personale di comparto (non medico e non dirigente). Martedì mattina sarò io personalmente ad accompagnare loro dal direttore generale, che è stato cortese nel fissare l’appuntamento. La sensazione – conclude Carbone – è che sono pronte ad andare fino in fondo. Non si sentono sicure con questa figura». 

Il direttore della Asl


Sull’argomento è intervenuto anche il direttore generale dell’Asl Brindisi Maurizio De Nuccio che apre al confronto, ma ne chiarisce anche i termini. «Premetto che sono dell’idea che strumentalizzare il caso per una condanna che è stata scontata in maniera completa non lo trovo moralmente corretto. Così come è già successo in altre situazioni da parte nostra c’è la disponibilità al massimo confronto. Se avessimo avuto il sentore che potessero esserci dei problemi per il rientro della collega avremmo già potuto mettere a confronto le parti». 
Martedì così i vertici dell’Asl brindisina incontreranno il personale sanitario. La professionista ostunese è tornata al lavoro dopo la sospensione di sei mesi disposta dall’ ufficio procedimenti disciplinari della Asl Brindisi. Sospensione che non è stata contestata formalmente dalla 53enne. Un provvedimento degli uffici Asl che era stato disposto nello scorso ottobre esclusivamente per le note vicende di cronaca relative all’utilizzo dei social, anche in servizio, da parte della dipendente. La documentazione da cui è stato determinato il procedimento disciplinare non riguarderebbe solo il post con la foto collegata ad una frase del primo maggio. 
Altri scatti, divenuti, poi “storie” e “post”, infatti, sarebbero stati effettuati o avrebbero comunque ripreso la professionista al centro della vicenda e delle diverse inchieste. Immagini poi diffuse tra le varie chat: qualcuno prima della rimozione sul web degli scatti ha salvato i post o effettuato screenshoot, divulgati poi a diversi mesi di distanza dalla loro effettiva produzione multimediale. E così dalle corsie dei reparti del Perrino di Brindisi si è estesa, andando ben oltre il perimetro dell’ospedale o dei sanitari che prestano servizio nella struttura. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA