Depresso e contemporaneo, arriva l'Amleto di Paolocà

Depresso e contemporaneo, arriva l'Amleto di Paolocà
di Francesco DE PASCALIS
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Giovedì 25 Febbraio 2016, 12:15
Quello che sarà messo in scena sul palco del Comunale di Novoli, non sarà il solito Amleto, ma una sua rivisitazione in chiave contemporanea, compresa di tic e tecnologie di tutti i giorni
Un Amleto tendente al problematico dalle trovate imperdibili sarà il protagonista del prossimo appuntamento della stagione di prosa, musica e danza del Teatro di Novoli, che venerdì 26 febbraio, sipario ore alle 21, presenta in anteprima per il Salento, lo spettacolo "Amleto Fx" di e con Gabriele Paolocà.

L'opera si colloca all'interno del cartellone del Comunale di Piazza Regina Margherita, caratterizzato a dire di pubblico e critica, per il frequente alternarsi di testi classici e scritture originali. Ecco allora che la direzione artistica di Tonio De Nitto, per la Residenza di "Teatri Abitati" programmata da Comune di Novoli, Fondazione Focara e Teatro Pubblico Pugliese, grazie alla collaborazione sinergica di Principio Attivo e Factory Compagnia Transadriatica, non poteva non prevedere mancare un Amleto moderno, adattato all’eterna attualità degli scritti del bardo, proprio nell’anno in cui tutto il mondo ne celebra nelle più svariate forme i 400 anni dalla morte. Premio Hystrio alla vocazione 2015, il regista Paolocà rilegge con ottimi risultati le vicende del principe di Danimarca, presentando un Amleto che vive solo, in una stanza a tutti fin troppo nota, affollata delle voci dei social e da quelle dei tanti suoi miti musicali, ma che rimanda all’alienante solitudine di tante nostre vite. Amleto Fx è un’indagine sulla moda del deprimersi dei nostri tempi. Uno spettacolo esilarante e sofferto, che racconta con toni sarcastici di castrazioni tecnologiche, della mancanza dei padri, dell’attrazione verso la dissoluzione e dell’eco assillante che tutto questo causa nelle nostre coscienze. "Questo non è l’Amleto, ma un assolo generazionale, un racconto intimo e globale che attraverso il riso amaro vuole spingere a trovare una soluzione al solito, annoso, banale, scontato ma comunque sempre irrisolto quesito: Essere o non Essere".
Grazie alle ottime capacità attoriali, il ritmo dello spettacolo rimane vivace, a tratti esilarante, in un alternarsi di personaggi, toni e registri differenti, che, costruendo un gioco di rimandi e citazioni ben riconoscibili, tiene ben stretto lo spettatore sino all’ultimo, partecipe, applauso.









 
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