Poste italiane ha deciso di alzare i rendimenti sui buoni fruttiferi postali. Si arriva così, in alcuni casi, a tassi anche vicini al 6%. Con questi strumenti finanziari è possibile investire anche piccole somme e non sono previsti costi di emissione, gestione e rimborso, salvo oneri di natura fiscale. Nel nostro Paese il 6% della ricchezza finanziaria di tutte le famiglie (non considerando le case) è detenuto in risparmio postale: 90 miliardi di euro in libretti e 191,5 miliardi proprio in buoni fruttiferi. Si tratta cioè di uno strumento molto usato, che con questi aumenti può essere utilizzato ancora di più. Vediamo nel dettaglio cosa sta cambiando e quando può convenire un investimento di questo tipo rispetto a quello in Btp e Bond.
Buoni fruttiferi postali scaduti o in prescrizione, ecco la differenza (e come ottenere un rimborso)