La Francia blocca l'export di 102 specie vegetali dalla Puglia. L'Ue: «Misure legittime». Schittulli, via la cravatta: «Non compriamo prodotti francesi»

La Francia blocca l'export di 102 specie vegetali dalla Puglia. L'Ue: «Misure legittime». Schittulli, via la cravatta: «Non compriamo prodotti francesi»
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Martedì 7 Aprile 2015, 12:28 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:55

Non solo l'ulivo, la Francia blocca l'importazione dalla Puglia di 102 specie vegetali - Dall'ulivo alla vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e numerose piante ornamentali per un totale di 102 specie vegetali non potranno piu' essere esportate dalla Puglia in Francia per effetto del Decreto del Ministero dell'Agricoltura francese che e' gia' stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare gli effetti della pubblicazione in Francia del Decreto del 2 aprile 2015 concernente la prevenzione dell'introduzione di Xylella fastidiosa (Well e Raju).

Con la pubblicazione del provvedimento la lotta contro la Xylella fastidiosa, precisa l'organizzazione agricola, ''diventa obbligatoria ovunque e in modo permanente su tutto il territorio nazionale francese e viene vietata l'importazione, salvo deroghe, di piante specificate da paesi terzi dove la patologia e' presente o la cui assenza non e' garantita ma anche - denuncia la Coldiretti - l'introduzione di piante specificate originarie di zone delimitate o spedite all'interno dell'Ue dove la Xylella fastidiosa e' presente come il Salento.

Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un duro colpo all'economia ma soprattutto un pesante danno di immagine che rischia di alimentare una pericolosa e ingiustificata reazione a catena da parte di altri Paesi. Pesanti sono infatti le ripercussioni a carico del comparto delle piante ornamentali che - sottolinea Coldiretti - in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, con un incidenza dell'11,4% del valore della produzione regionale su quella nazionale''. La Coldiretti chiede che ''l'immediato intervento nei confronti delle Autorita' francesi e comunitarie sia accompagnato a livello nazionale, alla luce dei danni diretti ed indiretti che gravano sugli agricoltori, da un impegno di tutto il Parlamento affinche' sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamita' naturale''.

Schittulli: "Non compriamo i prodotti francesi" - "Invito i pugliesi a non compare i prodotti francesi. Intendo cosi' richiamare l'attenzione di un governo, quello francese, che non puo' unilateralmente, venendo meno anche a quelli che sono gli accordi Europei di libera circolazione delle merci, decidere di bloccare i nostri prodotti: il nostro vero 'Made in Puglia'". Lo propone il candidato del centrodestra alla Regione Puglia, Francesco Schittulli, dopo la decisione della Francia di bloccare l'esportazione dalla Puglia in Francia, a causa della Xylella, di 102 specie vegetali.

Sulla pagina Facebook di Francesco Schittulli e' stato pubblicato il video della campagna #iononcomproMadeinFrance "Non compriamo profumi, formaggi, borse, abbigliamento e tutto quello - afferma Schittulli - che viene prodotto in Francia.

Compriamo i nostri prodotti pugliesi". "In un momento di crisi economica che colpisce i nostri agricoltori, gia' duramente colpiti dall'epidemia e dalle tasse ingiuste come l'Imu agricola, le nostre imprese olivicole, le nostre cooperative agricole, i nostri frantoi, i nostri vivai pugliesi - sostiene Schittulli - rischiano davvero il collasso. Le responsabilita' politico-amministrative sono ben individuate e risiedono tutte in capo alla Regione Puglia. L'ho denunciato piu' volte e ritengo che susciti indignazione chi afferma di avere in tasca la soluzione al problema della Xylella e di volerla svelare solo fra due mesi se (ma non accadra' mai!) diventasse presidente della nostra Regione. Un atteggiamento irresponsabile".

L'Ue: "Misure legittime" - «La decisione della Francia di prendere misure nazionali aggiuntive intese a prevenire la diffusione della Xylella fastidiosa sul suo territorio è in linea con la legislazione Ue», afferma Bruxelles. Questo perché, spiega la Commissione, «la legislazione Ue prescrive che in caso di pericolo imminente, uno stato membro può immediatamente prendere misure ulteriori contro le importazioni da paesi terzi» e che «può notificare alla Commissione le misure che vorrebbe vedere venissero prese, come ha fatto la Francia».

Quindi se uno dei 28 «ritiene che queste misure Ue non siano prese o non prese in tempo, questo può prendere le misure nazionali temporanee che ritiene necessarie finché la Commissione non adotta queste misure specifiche». La prossima riunione prevista del Comitato permanente per la salute delle piante, in cui dovranno essere discusse e auspicabilmente votate le nuove misure, è prevista il 27 e 28 aprile. L'esecutivo comunitario è quindi «consapevole che altri stati membri quali Spagna, Portogallo e Grecia hanno preoccupazioni simili a quelle della Francia», tuttavia «non è al corrente di azioni simili pianificate nel prossimo futuro da nessuno di loro».

Domani il ministro Martina in Puglia - aranno giorni densi di appuntamenti, i prossimi due, per quanto riguardera' le determinazioni sull'emergenza Xylella nel Salento. Domani - a quanto si e' appreso, ma il programma degli appuntamenti non e' stato ancora definito - sara' prima a Bari e poi a Lecce il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. A quanto si e' appreso finora partecipera' prima, in tarda mattinata, a un vertice a Bari con il commissario per l'emergenza, Giuseppe Silletti, poi nel tardo pomeriggio a un incontro a Lecce con i sindaci e le associazioni olivicole e ambientaliste. La decisione del ministro e' giunta dopo che la Francia ha imposto il blocco delle importazioni di vegetali dalla Puglia proprio a causa del batterio che sta aggredendo gli ulivi del Salento.

Il 9 aprile, poi, il Tar decidera' sulla richiesta di sospensiva degli avvocati Giovanni e Guido Pesce che hanno gia' ottenuto un decreto urgente che ha bloccato le prime eradicazioni previste nel terreno di loro proprieta', a Oria (Brindisi), territorio selezionato come zona di avvio del piano Silletti. Si attende intanto entro il 17 aprile il nuovo parere scientifico dell'Efsa, l'autorita' europea per la sicurezza alimentare, come richiesto dalla Commissione Ue, anche sulla base della documentazione mandata da Peacelink secondo cui il disseccamento degli ulivi non sarebbe dovuto a Xylella ma ad attacchi di un fungo. Altre 26 associazioni bio salentine hanno invece presentato ricorso al Tar del Lazio, sempre per ottenere lo stop del piano Silletti che prevede le eradicazioni. Si drovrebbe inoltre tenere - il 20 o 21 aprile prossimi - una seduta monotematica del Consiglio regionale della Puglia.

Il procuratore Motta - Nella vicenda Xylella "ci sono poche certezze scientifiche. Temo che quando la scienza non abbia approfondito un problema si possa correre il rischio della superficialita' nell'intervento. E anche questo puo' essere un profilo da approfondire nel corso delle indagini". A dirlo, ai microfoni di 'Voci del Mattino' (Radio1), e' stato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, titolare dell'inchiesta sulla moria di ulivi che sta colpendo il Salento a causa del batterio Xylella Fastidiosa.

Quanto alle misure dettate dall'Unione Europea, il magistrato ha commentato che "se per fermare il fenomeno bisogna sradicare le piante e' certamente il caso di agire in fretta. Il problema - ha aggiunto - e' proprio questo: si devono sradicare? Lo sradicamento e' davvero il rimedio necessario e unico? La direttiva europea prevede una serie di misure, compreso lo sradicamento degli alberi, ma ce ne sono anche altre meno drastiche e definitive. Misure anche preventive, nei casi in cui l'essiccamento anomalo non si sia ancora manifestato. E' previsto inoltre l'intervento sulle piante ospiti diverse dagli ulivi, come gli oleandri, il rosmarino, la macchia mediterranea. Pero', se ci mettiamo su questa strada, rischiamo di sconvolgere completamente il territorio". Motta ha parlato anche delle incertezze su come il batterio della Xylella Fastidiosa sia arrivato in Puglia. "In occasione di un convegno organizzato nel 2010 dallo Iam, l'Istituto agronomico mediterraneo, a Valenzano, vicino a Bari - ha osservato Motta - il ministero delle Politiche agricole autorizzo' l'importazione di un campione di batterio per scopi scientifici, ma bisogna vedere di quale ceppo fosse.

Il ministro Martina dice che era una sub-specie diversa? Non e' accertabile, o meglio non e' stato accertato perche' mancano le indicazioni sulle caratteristiche genetiche di quel batterio. Ma una convenzione del 2000 riconosce all'Istituto Agronomico Mediterraneo l'extraterritorialita' e l'immunita'. Peraltro - ha concluso - sono garanzie alle quali l'Istituto potrebbe rinunciare, e noi abbiamo subordinato l'esecuzione di alcuni provvedimenti proprio alla possibilita' che l'Istituto rinunci a queste prerogative".

La nota del Cihneam - "Il batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo codiro -che sta infestando gli ulivi ed altre specie vegetali del Salento- non e' mai giunto all'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari del Ciheam". E' quanto viene precisato in una nota dallo stesso Istituto. "Con la presente comunicazione - si legge nel comunicato - intendiamo dare, ai media e a tutti gli interessati, un'informazione chiara, precisa ed esaustiva in risposta alle notizie diffuse, in questi giorni, sulla non accertabilita' della subspecie del batterio di Xylella fastidiosa oggetto di studio durante il corso COST 873, ospitato da questo Istituto nell'ottobre del 2010. Risulta inequivocabile, dai codici identificativi, propri degli isolati delle tre subspecie di Xylella fastidiosa utilizzate durante il corso in questione, che nessuno di essi apparteneva alla subspecie pauca". "Le tabelle che riportano i codici identificativi degli isolati oggetto del corso sono, tra l'altro, consultabili sul sito del CIHEAM di Bari - www.iamb.it - nella sezione Emergenza Xylella". A cio' si aggiunga "che tali isolati provengono tutti dagli Stati Uniti d'America dove la Xylella fastidiosa subspecie pauca non e' presente (come da lista ufficiale pubblicata sul sito dell'Autorita' fitosanitaria statunitense: The 2012 Prioritized Offshore Pest List - APHIS)".

Nel comunicato, si precisa inoltre che "l'unico materiale biologico infetto utilizzato durante il corso riguardava espressamente due piantine e quattro tralci di vite con il batterio Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa che colpisce la vite e non la subspecie pauca oggi presente in Salento. Le porte del Ciheam restano sempre aperte per la verifica e l'approfondimento di qualsivoglia informazione relativa al caso, cosi' come e' gia' avvenuto, piu' volte, sia nei confronti del Corpo Forestale dello Stato, delegato dalla Procura della Repubblica di Lecce, sia degli organi di stampa".

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