Xylella, sotto esame Ue i focolai di Ostuni e Oria

Xylella, sotto esame Ue i focolai di Ostuni e Oria
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 18 Novembre 2016, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 16:53

Non solo ulivi, anche la vite è tra le questioni calde da affrontare a Bruxelles. Per questo i tre ispettori europei della Direzione generale per la sanità e la sicurezza alimentare (Dg Sante) ieri mattina hanno lasciato Bari alla volta di Otranto, dove hanno fatto visita ai vivai per verificare se la procedura adottata per sottoporre le barbatelle a termoterapia corrisponde ai canoni richiesti dall’Ue. Il luogo in cui materialmente si è svolto l’incontro è stata la sede dei “Vivai Cooperative Fontanelle”, in località Alimini. «Gli ispettori hanno chiesto di fare una verificadegli impianti utilizzati per la termoterapia della vite - ha confermato il presidente della Cooperativa, Fernando Miggiano - anche se in questo periodo non ci sono barbatelle sottoposte al trattamento». Gli ispettori europei hanno guardato soprattutto le carte e poi sono andati via. La loro visita nella zona dei vivai si lega essenzialmente agli aspetti che riguardano l’autorizzazione alla movimentazione delle piante e le deroghe previste dall’articolo 9 della Decisione di esecuzione numero 789 del 2015 nel caso di produzione in ambiente protetto e termoterapia.

La Regione Puglia ha chiesto all’Europa di eliminare il vincolo del trattamento con termoterapia, in virtù del fatto che finora la vita non si è dimostrata suscettibile al ceppo di xylella diffuso nel Salento. Ma per sapere se l’istanza sarà presa in considerazione bisognerà aspettare la conclusione dell’audit che si sta svolgendo in questi giorni. Non solo l’attuazione del controllo del movimento nei vivai e nei garden center, ieri gli ispettori hanno anche voluto rendersi conto come proseguono i controlli stradali nella provincia di Lecce, che è zona infetta e perciò deve essere tenuta sotto controllo per evitare come è accaduto con tutta probabilità per i casi di xylella ritrovati a Ostuni e nei giorni scorsi a Martina Franca (dove l’infezione è arrivata perché qualcuno ha trasportato l’insetto) che il vettore diffonda il contagio perché non vengono adottate le precauzioni necessarie.


Intanto, sempre ieri, gli ispettori, lasciato Otranto, sono andati nella zona tra Parabita e Gallipoli, in modo specifico nelle aree dove la xylella fastidiosa si è manifestata per la prima volta, ma anche nel campo dove si sta svolgendo la sperimentazione Efsa e del Cnr di Bari diretto da Donato Boscia, con la partnership di Aprol Lecce. Nei terreni adibiti alla sperimentazione del Cen, gli ispettori Ue, accompagnati dal team del Servizio fitosanitario regionale, hanno voluto rendersi conto della procedura burocratica adottata in virtù della deroga concessa dall’Ue al divieto di reimpianto ma solo per scopi sperimentali. In quel campo, situato in una zona del Gallipolino, si stanno, infatti, testando 10 varietà di ulivo (Cellina di Nardò, Frantoio, Leccino, Coratina, Cima di Melfi, Arbequina, Arbosana, Koroneiki, FS 17 e Don Carlo), motivo per cui le piante sono state ingabbiate ed inoculate con l'impiego di esemplari adulti di sputacchina. La sperimentazione sta dando buoni risultati e l’Ue vuole prendere in considerazione anche l’aspetto del reimpianto, molto importante per il Salento divorato dal batterio.

Avendo anticipato a ieri la visita nella provincia di Lecce, oggi quasi sicuramente gli ispettori scandaglieranno la provincia di Brindisi.
Nella lista dell’ispezione non mancheranno la zona cuscinetto dove è stato sradicato l’ulivo di Ostuni. Sopralluogo che si rende necessario per verificare se la Regione abbia ottemperato agli obblighi imposti dalla Decisione di esecuzione 789/2015, che prescrive l’abbattimento anche della piante sane nel raggio dei cento metri da quelle infette. Sembra sia prevista anche una visita a Oria per una verifica sul focolaio individuato lo scorso anno e, poi, quasi sicuramente visiteranno anche la campagna della provincia Tarantina dove è stato individuato un nuovo focolaio. Non si sa con certezza se l’albero - rivenuto in una campagna che si chiama “Contrata Specchia Tarantina”sia già stato abbattutto. Questo perché la zona, che si trova al confine con Ceglie Messapica, è vastissima, motivo per cui non è facile individuare la campagna con l’ulivo infetto e certamente il proprietario ha fatto di tutto per sfuggire ai clamori mediatici che pure hanno accompagnato il ritrovamento dell’infezione nella stazione di servizio di Ostuni. In ogni caso, come è stato ribadito dalla Regione, l’albero infetto a Martina Franca è un caso isolato, la pianta non è secolare e soprattutto si trova nella zona di contenimento per cui non sarà necessario abbattere nei centro metri.

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