Stagione estiva in Puglia: sarà turismo di prossimità

Stagione estiva in Puglia: sarà turismo di prossimità
di Oronzo Martucci
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Lunedì 15 Marzo 2021, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 15:35

Il centro studi Srm Mezzogiorno di Banca Intesa ha elaborato un report nel quale vengono definiti scenari e prospettive di ripresa della filiera turistica in Puglia. Nel report, a fronte del calo della domanda turistica che nel 2020 in Puglia è stimata al 43,2 per cento rispetto all'anno precedente (i dati Istat non sono ancora noti), sono stati definiti 3 scenari collegati all'andamento della pandemia, e una profonda trasformazione della domanda e dell'offerta del settore. Resta confermato anche nel 2021 l'altissima percentuale di arrivi e presenze di turisti domestici e di prossimità, stante la impossibilità di poter contare sugli arrivi dei turisti stranieri che sino al 2019 erano il 25 per cento del totale.


Il primo scenario, quello più ottimistico ma sostanzialmente superato, fa riferimento a una accelerazione della domanda domestica da inizio maggio, di quella continentale dal terzo trimestre e di quella intercontinentale dal quarto trimestre. Le stime delle presenze arrivano a 13,4 milioni, con un fatturato di 6.879 milioni di euro e un aumento di 2.900 milioni rispetto al 2020.


Il secondo scenario fa riferimento alla ripresa della domanda domestica da metà maggio e a una accelerazione della stessa domanda domestica all'inizio del terzo trimestre (luglio), con l'arrivo di turisti europei dalla fine del terzo trimestre (settembre) e di turisti intercontinentali verso la fine dell'anno.

La spesa turistica stimata è di 6 miliardi, con un aumento di 2 miliardi 256 milioni rispetto al 2020.


Il terzo scenario, quello meno ottimistico, con la chiusura di ogni attività sino a Pasqua e con l'andamento della pandemia non ancora sotto controllo, appare anche il più realistico. Esso fa riferimento a una ripresa lenta spostata a luglio, con una accelerata tra agosto e settembre della domanda nazionale. Per gli arrivi continentali si prevede una ripresa nel terzo trimestre, mentre quelli intercontinentali sono considerati a rischio per tutto l'anno. Si stimano 9,6 milioni di presenze in Puglia, che corrispondono al 62 per cento delle presenze del 2019 con un recupero della componente del turismo nazionale del 71,6 rispetto al 2019. Il recupero stimato delle presenze straniere è appena del 34,3 per cento rispetto a quelle del 2019. Sempre nel terzo scenario il fatturato è fissato a 4 miliardi 968 milioni di euro, pari al 60,4 per cento di quello del 2019, con un aumento rispetto al 2020 di 2 miliardi 123 milioni.


In termini di valore aggiunto prodotto in Puglia, secondo i dati elaborati da Srm Mezzogiorno, si stima che il risveglio della domanda turistica possa generare una ripresa tra i 59 milioni e i 317 milioni di euro nei tre scenari. I tassi di crescita risultano inferiori alla media nazionale, ma occorre considerare che il calo nel 2020 nella regione è stato meno intenso. Il peso della filiera turistica complessiva sul totale dell'economia regionale è del 10,6 per cento, con oltre 82 mila addetti (il 10,9 per cento dell'occupazione regionale).


L'offerta turistica nella regione è garantita da 1051 esercizi alberghieri, che generano circa 109 mila posti letto: il 53,4 per cento è riferito a strutture a 4 e 5 selle e 5 stelle lusso, a fronte di una media italiana del 40 per cento. Le criticità evidenziate dei ricercatori di Srm fanno riferimento ad alcuni punti di debolezza come l'alta stagionalità (81,9 per cento di presenze tra maggio e settembre a fronte di un dato nazionale del 67 per cento).
Anche per il 2021, la Puglia potrà contare sulla presenza di turisti che vivono nella stessa regione (20 per cento) o che provengono da quelle vicine (14,5 dalla Campania). Si tratta di un bacino di utenza che può dare ancora consistenti risultati, posto che nel 2019 i pernottamenti all'estero dei turisti delle regioni vicine alla Puglia sono stati 81,7 milioni. Poi vi è il bacino della Lombardia che incide per il 15 per cento sulle presenze turistiche in Puglia e nel 2019 ha fatto registrare 74 milioni di pernottamenti all'estero.


Dal report di Srm, emerge infine che la pandemia ha accelerato un processo di trasformazione del contesto competitivo con particolare attenzione: alla qualità della sanità; alla sostenibilità e al contesto ambientale delle strutture alberghiere; alla tecnologia e alla digitalizzazione come stimolo dell'offerta turistica; alla diversificazione dell'offerta di prodotti e servizi turistici.


Il rilancio e la ripartenza sono anche collegate alla crescita della qualità delle strutture, alla lavorazione in sinergia tra alberghi e degustazione enogastronomica, alla crescita della presenza di giovani nel governo delle strutture turistiche, all'e-commerce e alla digitalizzazione. Proprio partendo da queste considerazioni bisogna lavorare per affrontare al meglio la prossima stagione turistica e, soprattutto, per essere pronti a cogliere alla ripresa della domanda continentale ed intercontinentale che si presenterà tra la fine del 2022 e il 2023.
 

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