Raffaele Fitto allo scontro finale con Berlusconi: «Ora contiamoci»

Raffaele Fitto allo scontro finale con Berlusconi: «Ora contiamoci»
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Domenica 9 Novembre 2014, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 20:37
ROMA - Raffaele Fitto rompe gli indugi e dichiara guerra al Cavaliere: gli chiede perentoriamente di convocare gli organi del partito per un «confronto vero» e prendere le grandi decisioni, ovvero stracciare il patto del Nazareno così deleterio per Forza Italia.



«Ora contiamoci», è il guanto di sfida che Fitto lancia al Cavaliere, forte di un consenso interno che cresce di giorno in giorno (pronti ad aderire al progetto fittiano - si dice dietro le quinte - un'altra decina di parlamentari). Esclude categoricamente scissioni l'ex governatore della Puglia che intende condurre la sua battaglia dentro il partito nel ruolo di spina nel fianco di Berlusconi che però non intende farsi picconare dall'ex figlioccio. Anche se al momento non sa come «disinnescarlo». L'ordine di scuderia per oggi è stato quello di non replicare a Fitto, di non alimentare la polemica interna.



Lo strappo con il Cavaliere si è consumato, simbolicamente, nella giornata delle celebrazioni della caduta del muro di Berlino. Fitto ha organizzato una kermesse affollatissima a Roma dal titolo «oltre il muro» chiamando a raccolta i suoi, ma che a sorpresa ha visto la partecipazione di Maria Rosaria Rossi (fedelissima di Berlusconi) e anche di Maurizio Gasparri. Di certo la senatrice si è mossa su input del Cavaliere abile nello sparigliare le carte quando il gioco si fa duro: un modo per rubare la scena al primo attore ma anche per dimostrare che il partito non è spaccato. È stato tutto un gioco di metafore l'intervento di Raffaele Fitto che ha chiuso tra scrosci di applausi la kermesse «presentata» da Daniele Capezzone: abbattere il «muro» (della «ipocrisia») e andare «oltre» (Berlusconi), affrancandosi dai «diktat» renziani subiti da Forza Italia che come «una nave in mare aperto perde elettori dalle due falle laterali», a tutto vantaggio della sinistra del premier e della destra di Salvini.



Uno scenario apocalittico per un partito che nel 2008 veleggiava sui 13 milioni di elettori e che alle ultime europee è crollata a poco più di 4 milioni. Tutta colpa di Berlusconi, è stato il ragionamento sotteso di Fitto che ha chiuso con il fatidico «io non ci sto» (a inseguire Renzi), dicendosi «stanco» di quella che giudica una deriva. «Non lavoro per dividere - si è accalorato - ma per un partito dalla schiena dritta». Bisogna «aprire una nuova fase che abbia nella nostra area politica il punto di riferimento». «Chiedo un confronto senza ipocrisie in cui ognuno possa dire ciò che pensa senza paura», ha rilanciato l'europarlamentare azzurro per il quale la «missione» da compiere è «recuperare l'elettorato» di Fi «recuperando i temi centrali della nostra politica».



«Questo è un impegno che porteremo all'interno di Fi affinchè torni ad essere la guida del centrodestra». Quindi «nessuna Opa» lanciata sul partito: «pongo questioni chiare da discutere con Berlusconi», non esclusa «la selezione della classe dirigente che non sia calata dall'alto».



(Giuliana Palieri Ansa)