Forza Italia, si decide sul dopo-Berlusconi

Forza Italia, si decide sul dopo-Berlusconi
di Alessandra LUPO
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Venerdì 16 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:40

Forza Italia reagisce al lutto e si affretta a lanciare un segnale di sopravvivenza alla morte del suo leader Silvio Berlusconi. Per questa mattina, infatti, è prevista la conferenza stampa per dimostrare l’unità del partito, vedendo l’uno accanto all’altro il coordinatore Antonio Tajani (verso la presidenza protempore del partito) e i due capigruppo, Paolo Barelli e Licia Ronzulli. Si tratta di un tentativo di mettere da parte la scissione tra le diverse anime degli azzurri che, intanto, sull’onda dell’emozione per la morte di Silvio Berlusconi guadagnano due punti nei sondaggi.
I tre vertici - una volta incassate le rassicurazioni della famiglia sul sostegno economico al partito - annunceranno nuove iniziative e la prosecuzione della campagna di tesseramento. Obiettivo: non perdere pezzi e soprattutto contrastare lo scoramento interno e scongiurare l’opa sul partito che rischia di arrivare da più parti.
Il timore di una diaspora dei parlamentari verso Fratelli d’Italia è forte e l’ipotesi del partito unico per molti, premier compresa, sarebbe prematura. Nel caso, gli azzurri arriverebbero con un potere contrattuale indebolito. L’obiettivo quindi è arrivare alle Europee superando la soglia del 4%. E da lì capire il da farsi, tanto più che non tutti sarebbero disposti a spostarsi a destra e la tentazione del Terzo Polo, già presente prima delle Politiche, ora torna più forte in chiave europea. In primis da Matteo Renzi. 

Le posizioni


«Sabato scorso nell’assemblea di Italia Viva è stato ribadito che mancano 365 giorni all’alba - spiega la coordinatrice pugliese di Italia Viva, Ada Fiore -: alle Europee si vota con il proporzionale, dobbiamo arrivare forti e uniti e questo sarà possibile solo ridando slancio al progetto centrista di un’area moderata.

Insieme a Emma Bonino, Giuseppe Fioroni, lo stesso Carlo Calenda - prosegue Ada Fiore -, siamo a buon punto e in questa fase fluida siamo aperti alle sensibilità che non si rivedono nel massimalismo del Pd di Elly Schlein e nel sovranismo di Giorgia Meloni. La scommessa dei prossimi mesi sarà creare, anche in Italia, una lista Renew Europe, aprendosi alle alleanze. D’altronde - chiosa Ada Fiore - non è un segreto che in Puglia anche i civici di Emiliano guardino con interesse a questo progetto». 


Ma il centro ha molte anime, si sa, e nelle scorse Comunali ne ha dato prova anche in Puglia, tanto che il coordinatore regionale di Noi Moderati, Luigi Morgante, è stato nominato vicepresidente nazionale del partito. E il fatto di aver portato la creatura di Maurizio Lupi al 6% in comuni come Acquaviva, Noci e Monopoli avrà avuto il suo peso. 
«Abbiamo vari sindaci che hanno già aderito e guardiamo a un rapporto privilegiato con le civiche del territorio, orfane di simbolo - ammette Morgante -. I rapporti con l’Udc? Non ci sono state interlocuzioni. Ma stiamo ragionando con Senso Civico di Alfonso Pisicchio». Il partito di Lupi guarda con rispetto al momento vissuto da Forza Italia ma tutti sanno che se le frizioni interne non verranno sanate, anche a livello regionale, il fenomeno più probabile è quello dei vasi comunicanti. «Il nostro partito nasce dall’esigenza di dare voce ai territori ma non aspettiamo diaspore o passaggi da un contenitore all’altro - prosegue Morgante -. Forza Italia è un partner privilegiato che fa parte della coalizione e sono certo che guarderemo insieme ai prossimi impegni elettorali».

Gli scenari


Ma intanto sullo scenario regionale si fa sentire anche l’Udc di Massimo Cassano. Una creatura che ha in buona parte inglobato Puglia Popolare e ora punta a pesare sempre di più. «L’idea è che i centristi di tutte le sensibilità affini possano intraprendere un percorso politico comune - spiega Cassano - con l’obiettivo di raggiungere un peso specifico forte. Il momento del dialogo è questo e riguarda anche i partiti più piccoli, le liste, ma è ovvio che un domani potrebbe anche riguardare Forza Italia che si trova in una fase di ridefinizione». 


Gli azzurri però fanno quadrato. Andrea Caroppo, coordinatore del partito in provincia di Lecce non ha dubbi: «Con 44 deputati, 20 senatori, ministri ed europarlamentari più gli amministratori locali, Forza Italia ha i numeri per sopravvivere e per rilanciarsi - spiega Caroppo -: lo dobbiamo alle milioni di italiani che hanno sempre creduto nel progetto di Silvio Berlusconi. Il centrodestra - prosegue - non cambierà forma: vince da trent’anni e a livello europeo Forza Italia è l’unico partito che rappresenta il Ppe. Certo, non possiamo fare finta che non sia accaduto nulla, è una perdita gravissima, ma abbiamo uomini e donne che devono raccogliere l’eredità di Silvio Berlusconi. Stessa convinzione per Laura De Mola, che coordina il partito in provincia di Brindisi: «I sondaggi testimoniano la stima degli italiani e ci danno un segnale forte su quello che dobbiamo fare. Credo che come voleva il presidente Forza Italia debba proseguire il suo percorso. Parlare di altre formule mi sembra prematuro e in ogni caso Berlusconi stava lavorando alle Europee anche nelle ultime ore di vita. Proseguiremo sul solco che ci ha indicato e lo faremo bene».

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