L'altro fronte: raddoppio binari nel Foggiano e si ferma anche il traffico merci

L'altro fronte: raddoppio binari nel Foggiano e si ferma anche il traffico merci
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 16 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 10:15

L’interruzione del transito tra Foggia e Benevento paralizza un pezzo di traffico ferroviario sul versante Tirrenico. Ma cosa accadrebbe se, parallelamente, fosse impedito viaggiare anche sulla linea Adriatica, al di sotto di Pescara? Stando alle attuali disposizioni, la circostanza potrebbe verificarsi tra il 7 e il 19 aprile. Basta connettersi a “ePir” - il prospetto informativo di Reti ferroviarie italiane (Rfi) - per rendersene conto. E già arrivano le prime comunicazioni ufficiali. 

I lavori sulla dorsale Adriatica


Le interruzioni saranno dovute ai lavori funzionali al raddoppio del binario tra Termoli, Lesina e Ripalta. E riguarderanno sia il traffico passeggeri, sia il trasporto delle merci. Parliamo di interventi di potenziamento e di straordinaria rilevanza manutentiva. Sono previste, in dettaglio, due interruzioni continuative infrasettimanali di durata, rispettivamente, pari a 5 giorni. La prima si estenderà dalle 23 di domenica 7 aprile alle 16 di venerdì 12 aprile; la seconda, dalle 23 di domenica 14 aprile alle 16 di venerdì 19 aprile, nella tratta San Vito Lanciano-San Severo.

La preoccupazione delle compagnie


Tutte le compagnie di trasporto merci pugliesi ne sono consapevoli da diversi mesi ed esprimono una certa inquietudine perché, a differenza della linea Tirrenica, quella Adriatica - per caratteristiche tecniche - assorbe gran parte del trasporto nazionale: «L’interruzione tra Benevento e Foggia ha un impatto notevole per il transito dei passeggeri.

Ma per il sistema intermodale, per il trasporto dei container di merce per intenderci, assai meno. Quello che impatterà - conferma il direttore commerciale di Gts spa, Fabio Piliego - sarà piuttosto il raddoppio della Termoli-Lesina, che è arrivato al terzo step. Dal 7 al 19 aprile saremo, dunque, tutti obbligati a fermarci. Sulle merci, l’impatto di quella interruzione sarà potente. Chiunque potrà arrivare solo fino a Pescara. Oltre Pescara non si potrà assolutamente circolare. E non si potrà tentare nemmeno tentare di fare il giro largo, per dirla in gergo, perché esistono ostacoli di natura tecnica (lunghezza dei treni e sagoma-limite) tanto da Pescara a Roma, quanto da Napoli a Bari. Quindi, sarà un serio problema».

Un'opera da 700 milioni


Il raddoppio della linea Pescara-Bari è una delle opere ferroviarie commissariate dal governo Draghi nel 2021 e affidate alla cura del manager di Rfi, Roberto Pagone. Il progetto prevede il raddoppio della tratta Termoli-Lesina, che completa il programma di raddoppio della direttrice Adriatica. Secondo la descrizione offerta da Ferrovie dello Stato, l’intervento prevede la realizzazione di un raddoppio di tracciato con uno sviluppo complessivo di 33 chilometri articolato su 2 lotti funzionali: la Ripalta-Lesina, per 8 chilometri in affiancamento al binario esistente, e la Termoli-Ripalta, per 25 chilometri di cui parte in variante e parte in affiancamento. 


Un’opera da 700 milioni di euro per la quale i lavori sono iniziati nel 2021 e dovrebbero concludersi, sul primo lotto, entro il 2024 (così da consentire l’attivazione della tratta raddoppiata nel 2025), ed entro il 2028 sul secondo. 
Con riferimento alla interruzione programmata ad aprile, il manager di Gts - che è un player pugliese leader in Italia per trasporto e logistica - esprime amarezza e preoccupazione: «Sicuramente, bloccare del tutto le imprese ferroviarie per un periodo così lungo, senza fornire alternativa alcuna, è assai penalizzate, soprattutto in un momento in cui le attività sull’intermodalità non stanno andando esattamente nella direzione auspicata».
Parole che mettono a nudo le difficoltà e l’insoddisfazione degli operatori di settore con particolare riguardo alle politiche attuate, sia a livello nazionale che europeo. Se ne fanno portavoce le associazioni di categoria, come Fermerci e Fercargo, che il 12 marzo, con un comunicato, hanno fatto sapere: «La nuova Direttiva Europa sul trasporto stradale, prossima al voto, è poco sostenibile e aumenta la crisi del trasporto ferroviario delle merci». 
Un vero e proprio allarme lanciato alle istituzioni: «Potrebbe essere così autorizzata la circolazione stradale dei gigaliner, camion dotati di semirimorchi più lunghi e più pesanti, segnando un duro colpo per il settore ferroviario. L’insieme di queste norme non favorisce la sicurezza stradale e colpisce l’ambiente, perché limita lo sviluppo del trasporto intermodale e aumenta il rischio di congestionamento delle strade», dicono Fercargo e Fermerci. Che solo giorni pochi giorni prima aveva denunciato il taglio delle risorse per l’acquisto di materiale rotabile previsto nel decreto-legge Pnrr 2024: «Non è possibile tagliare risorse già stanziate che hanno generato investimenti ed esposizione finanziaria da parte di imprese della logistica ferroviaria. Queste scelte mettono a rischio la sopravvivenza delle stesse».

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