Puglia, approvata legge su compensazioni energetiche: i gestori di impianti dovranno risarcire il territorio (varrà anche per Tap)

Puglia, approvata legge su compensazioni energetiche: i gestori di impianti dovranno risarcire il territorio (varrà anche per Tap)
di Alessandra LUPO
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 11:09

Dopo mesi di tentativi falliti, la Puglia è riuscita a dotarsi di una nuova legge sulle compensazioni energetiche: chi realizza impianti per la produzione di energia dovrà corrispondere al territorio risorse compensative precise, che passeranno per una conferenza di servizi gestita dalla Regione.
E la nuova regola varrà anche per chi, come Tap, ha già realizzato le infrastrutture senza però arrivare alla fase dei ristori. La legge, che sostituisce quella impugnata dal governo, ha trovato la sospirata sintesi che le ha permesso di superare il braccio di ferro tra i proponenti originari, ossia l'ex consigliere leghista Davide Bellomo (oggi in Parlamento), il consigliere ex dem Fabiano Amati (oggi in Azione) e l'assessorato all'Energia di Alessandro Delli Noci, ma anche le molte perplessità di quasi tutto il centrodestra. Il Consiglio regionale ha così approvato all'unanimità il ddl che modifica la legge regionale 7 novembre 2022, n. 28 "Norme in materia di incentivazione alla transizione energetica". A lavorare di cesello per superare i rilievi avanzati dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato proprio l'assessorato di Delli Noci, presente a una serie di riunioni tecniche con il Ministero e con il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie, in cui la Regione si era impegnata a ritoccare la norma apportando le modifiche concordate con il Ministero. Con le modifiche apportate all'articolo 2 della legge la misura di compensazione per ogni impianto è disposta proporzionalmente fino al 3 per cento (non più quindi nella misura fissa del 3 per cento) del valore commerciale del volume del gas prodotto e trasportato. Inoltre, l'interlocuzione con le imprese spetterà alla Regione e le istanze dei vari attori coinvolti nella definizione delle misure saranno discusse in sede di Conferenza di servizi. Ma il passaggio definitivo per trovare l'accordo con Amati, che sulla questione era irremovibile, era di fatto il coinvolgimento di Tap. «Per salvaguardare gli interessi delle comunità locali - si legge nella nota della Regione -, oltre alle modifiche richieste dal Governo, con un apposito emendamento proposto dell'assessore Delli Noci e concordato con l'aula, l'impianto normativo prevederà che le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale vengano richieste, non solo per i nuovi impianti e il potenziamento degli esistenti ma anche per le infrastrutture a gas che ancora non le abbiano concesse». In altre parole, quindi anche i gestori del gasdotto faranno la loro parte.
 

Cosa cambia per Tap

Per Tap, che in vista del raddoppio sta già portando avanti una serie di incontri con i territori interessati, potrebbe essere anche una chance per riannodare il rapporto con la Puglia segnato dalle proteste per la realizzazione del gasdotto e da un processo per danni ambientali (in cui la Regione è parte civile). Certo, un conto è progettare interventi di riqualificazione una tantum, un altro sottostare a una norma che per altro rischia di fare scuola altrove. Ovviamente, ammesso che il governo non decida nuovamente di impugnare, sul punto dovrà ancora pronunciarsi la Corte costituzionale, che potrebbe anche spegnere gli entusiasmi per la ritrovata unità del Consiglio pugliese. L'accordo infatti, arrivato sul fil di lana durante una pausa di dieci minuti richiesta dal vicepresidente della Giunta, elimina il contestato articolo 1 comma 2 che prevedeva misure «anche relative a strutture esistenti e in attività alimentate con combustibili di natura fossile». Ma inserisce nel comma 4 un passaggio di contenuto analogo sugli impianti sinora "inadempienti". Per capire quello che succederà quindi bisognerà aspettare che le parti facciano una mossa.
 

Il ruolo chiave di Azione

L'accordo con Amati, con tanto di comunicato di Azione a felicitarsene, segna intanto un altro punto sul pallottoliere politico del presidente Michele Emiliano, ieri riapparso in aula proprio al momento del voto.

Azione infatti non è stata riammessa in maggioranza per una frase di Calenda pronunciata da Vespa sulla possibilità di riproporre a livello nazionale il modello Foggia. Il che comporta per Amati la perdita della commissione Bilancio. Lunedì prossimo i gruppi dovranno vedersi per comunicare i nomi dei commissari. Ma Emiliano, che guarda al futuro della regione in chiave soprattutto territoriale, sembra invece intenzionato a tenere stretti i calendiani. Il come si troverà. E non è escluso che possa passare da un assessorato tecnico, voce sempre più insistente in area Emiliano.

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