Scuola, al via l'anno in Puglia. L'intervista a Silipo (Usr): «Lotta alla dispersione e istituti aperti fino alla sera, ecco il piano»

Scuola, al via l'anno in Puglia. L'intervista a Silipo (Usr): «Lotta alla dispersione e istituti aperti fino alla sera, ecco il piano»
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 14 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 19:05

Ripartenza con una serie di dossier sul tavolo. La scuola, seguendo le date ufficiali, in Puglia inizia oggi, anche se molti istituti hanno anticipato il via a lunedì scorso. Giuseppe Silipo, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, non è preoccupato dal ritorno del Covid. «Ci atterremo ai protocolli», dice. Conferma che l’anno prossimo ci saranno meno autonomie scolastiche e aspetta Agenda Sud, l’iniziativa del ministro Giuseppe Valditara per combattere la dispersione scolastica, che da queste parti resta una piaga serissima.
 

Dottor Silipo, partenza con il Covid. È emergenza?
«Aspettiamo le decisioni del Ministero soprattutto per tutelare gli alunni fragili. Ci atterremo ai protocolli che verranno adottati, per ora invece rispettiamo le ultime indicazioni di agosto. Il ministro ci ha spiegato che verranno tutelati i fragili, ma in Puglia non abbiamo una situazione particolarmente preoccupante da questo punto di vista». 
La partenza è stata difficile per le famiglie, intanto per i rincari legati al materiale scolastico.
«Sì, ma i rincari hanno riguardato un po’ tutti i beni primari».
Ancora temi caldi: quasi 11mila supplenti in Puglia. Qual è la situazione?
«Siamo riusciti ad assicurare tutti i docenti in tempo per l’inizio dell’anno scolastico.

Abbiamo nominato tutte le supplenze in anticipo, salvo qualche singolo caso».

Però quasi 11mila docenti precari sono tanti...
«Sono tanti, ma il dato è relativo. Su 10.800 docenti supplenti, circa 8mila sono i posti per i docenti di sostegno in deroga e questi sono annuali, non sono cattedre ordinarie. Però siamo riusciti a disporre tutto prima dell’inizio dell’anno scolastico ed è sicuramente un aspetto fondamentale». 
Esiste, in ogni caso, un problema precariato nella scuola. È davvero più sentito al Nord che al Sud?
«Al Sud abbiamo in realtà più docenti titolari di cattedra. Dovevamo coprire circa 3mila posti, ne abbiamo coperti circa 2.100 in maniera stabile. Il precariato c’è ed è un problema ma penso che il nuovo concorso andrà a ridurre questa emergenza con 40mila docenti in arrivo a livello nazionale».
Ocse appena due giorni fa ha ricordato che gli stipendi dei prof italiani sono i più bassi dell’Ue. È un atto una fuga dalla professione?
«Qui non c’è questo problema. Anzi, nei concorsi ci sono tanti ragazzi del Sud. Avevamo molte graduatorie già esaurite e aspettiamo il nuovo concorso per coprire ulteriori posizioni scoperte. Ma non registriamo un’assenza di candidati. Questo credo sia più un problema di alcuni regioni del Nord, anche perché molti ragazzi del Mezzogiorno quando si spostano devono poi convivere con un problema di caro affitti e inflazione».

E poi c’è la denatalità, che svuota le aule.
«L’anno scorso avevamo 540mila studenti, quest’anno siamo a 528mila. Abbiamo perso 12mila ragazzi. Più o meno il trend, di anno in anno, resta stabile. Perdiamo 12mila studenti ogni anno scolastico».
Quali saranno gli effetti?
«In questo momento non vi sono effetti sulla scuola. Il numero dei docenti resta stabile e miglioriamo il numero di studenti per classe. Non c’è stato alcun calo numerico sugli insegnanti, che sono circa 60mila».
Intanto i sindacati denunciano la perdita di una sessantina di scuole per l’anno prossimo. È vero?
«Sì, ma non è legato al calo degli alunni ma alla riforma del Pnrr sul dimensionamento scolastico. Sicuramente il tema c’è. È cambiato completamente il sistema. L’anno prossimo avremo 569 istituzioni scolastiche».

Quindi saranno di meno.
«Ci sarà un calo, sì. Ma vi sarebbe stato lo stesso, anche senza questa nuova regola. Anche perché abbiamo diversi istituti con meno di 600 studenti. E nessuna scuola sarà chiusa, sia chiaro. Se ora nelle sedi sottodimensionate viene nominato un preside reggente, dall’anno prossimo vi saranno istituzioni scolastiche un po’ più grandi dal punto di vista numerico». 
Agenda Sud al via entro quest’anno?
«Il percorso sarà avviato entro quest’anno. Verrà data una particolare attenzione alle scuole che hanno dei dati preoccupanti sulla dispersione, per le quali verranno stanziate nuove risorse. Il progetto a breve sarà presentato anche in Puglia e capiremo quali saranno le nostre scuole coinvolte in Agenda Sud».
 

Come si combatte la dispersione?
«La dispersione vera e propria, cioè l’abbandono scolastico, è in una fase di riduzione. C’è un problema preoccupante di dispersione implicita, cioè gli alunni che pur frequentando la scuola non raggiungono dei livelli di apprendimento adeguati. La dispersione si combatte così come prevede Agenda Sud: aumentando le ore extracurriculari da trascorrere a scuola. E poi c’è la riforma su tutor e orientatori. L’obiettivo è seguire i ragazzi passo dopo passo in tutte le fasi della loro esperienza scolastica. È importante fare questo durante il percorso ma anche nel passaggio dalla media alla secondaria. Perché spesso il problema è l’orientamento. La dispersione spesso deriva anche da scelte sbagliate».
Insomma, gli strumenti sono giusti?
«Gli strumenti in campo sono sicuramente idonei. Dobbiamo ancora aumentare il tempo scuola, soprattutto al Sud, dopo il livello è più basso rispetto a tante regioni del Nord. La dispersione si combatte in questo modo, sì».
 

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