Balneari e proroga delle concessioni, la Cassazione annulla la sentenza del Consiglio di Stato. Tutto da rifare

Un lido in Puglia
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Giovedì 23 Novembre 2023, 16:19 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 20:11

Il Consiglio di Stato ha sbagliato a non ammettere nel giudizio - nel quale alla fine è stata bocciata la proroga delle concessioni balneari fino al 2033 - i rappresentanti di Sib-Confcommercio, Assonat e Regione Abruzzo che invece avevano diritto a partecipare e a dire la loro come portatori di interessi economici e dei territori. Lo sottolineano le Sezioni Unite della Cassazione nel verdetto 32559 depositato oggi che ha annullato con rinvio, a una nuova adunanza, la decisione dei giudici amministrativi emessa nel novembre 2021. Ci sarà dunque un nuovo giudizio nel quale troveranno ascolto i tre soggetti esclusi in precedenza.

Balneari, proroga abrogata

Nel frattempo, il governo Draghi ad agosto del 2022 ha tradotto in legge quanto stabilito dai giudici amministrativi approvando il ddl concorrenza n. 118/2022 che ha abrogato la proroga al 2033 imponendo lo svolgimento delle gare per le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023. "Spetterà al Consiglio di Stato - sottolinea il verdetto degli 'ermellini' - pronunciarsi nuovamente, anche alla luce delle sopravvenienze legislative, avendo il Parlamento e il governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti".

La sentenza contestata è stata cassata dai supremi giudici con rinvio al Consiglio di Stato senza alcuna valutazione del ddl concorrenza da parte della Cassazione. Sul tema "spetterà al Consiglio di Stato pronunciarsi nuovamente, anche alla luce delle sopravvenienze legislative, avendo il Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti". 

Le reazioni: Assobalneari e Sib

“Tutto sbagliato, tutto da rifare come diceva il grande Gino Bartali. Infatti oggi la Cassazione a sezione unite accogliendo il ricorso della regione Abruzzo, unica regione d’ Italia ad averlo presentato insieme ai balneari, ha azzerato, cancellato , spazzato via dall’ ordinamento giuridico la sentenza della plenaria del CDS che non può più essere citata né da tribunali né dalla Commissione europea e tantomeno dalle amministrazioni pubbliche sulla vicenda balneari. Questo è un esempio che le sentenze se sono sbagliate vanno combattute e non accettate, come del resto il Tar Lecce coraggiosamente, e con grande coerenza, aveva fatto, discostandosi da una sentenza dispotica che oggi viene finalmente rimossa dal mondo giuridico. E noi balneari non ci siamo mai rassegnati ad una ingiustizia che molti giornali hanno anche mascherato ed appoggiato con una informazione strumentalizzata, denigrando un intero comparto economico". Lo dichiara Fabrizio Licordari presidente di Assobalneari Italia Federturismo Confindustria. "Ora - spiega - il Governo ha una grande opportunità per dare un significato al risultato della mappatura ai fini della corretta applicazione dell’art 11 della Direttiva Bolkestein e non il 12 ingiustamente applicato, ed anche per rispondere per le rime alla lettera della Commissione europea. Il castello di menzogne costruito contro le imprese balneari comincia a vacillare e perdere di consistenza".

«Viziata da eccesso di giurisdizione avendoci estromesso dal processo, ancorché la decisione andava ad incidere su coloro che rappresentiamò, è questa la sentenza della Corte di cassazione a Sezioni Unite sul nostro ricorso avverso la sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Il Consiglio di Stato ora dovrà tenere conto del principio affermato dalla Cassazione e dovrà 'nuovamente pronunciarsi' sugli altri motivi di illegittimità - da noi sollevati - sulla sentenza dell'Adunanza plenaria». A dirlo Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio «È estremamente importante e significativo - sottolinea Capacchione - che la Cassazione abbia anche menzionato che il Consiglio di Stato dovrà tener conto delle nuove leggi che il Parlamento e il Governo emanano esercitando 'i poteri normativi loro spettantì. La vicenda balneare con questa sentenza è ad una svolta importante, la sua soluzione riteniamo, come sempre, che spetti al Parlamento e non ai giudici. Con questa sentenza della Corte di Cassazione, nella sua massima e autorevole espressione, si stigmatizza l'abuso del Consiglio di Stato e si effettua un richiamo al rispetto delle 'prerogative del Parlamentò. Si elimina, pertanto, una pesante ipoteca del Consiglio di Stato sulle prerogative legislative del Governo e del Parlamento. Siamo di fronte ad una vittoria del diritto contro gli abusi anche giudiziari». «Ma - avverte - è, soprattutto, una vittoria dei balneari ottenuta grazie alla nostra iniziativa anche in sede giudiziaria. Continua la battaglia a tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti. Ho provveduto a ringraziare i professori Maria Alessandra Sandulli e Romano Vaccarella che ci hanno sostenuto in sede giudiziaria».

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