Abusivismo edilizio: in Puglia il 15% del totale nazionale

Abusivismo edilizio: in Puglia il 15% del totale nazionale
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Venerdì 11 Aprile 2014, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 09:03
BARI - In Puglia l'abusivismo accertato dalle Forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto sul solo demanio marittimo, sfiora il 15% del totale nazionale. Mentre sul fronte dell'abusivismo edilizio nelle aree demaniali, la Puglia è la quarta regione italiana con 420 infrazioni accertate, 906 persone denunciate e arrestate e 276 sequestri effettuati.



I dati, raccolti da Legambiente che si riferiscono al periodo 2012-2013, sono stati diffusi oggi a Bari nel corso della presentazione del dossier "L'abusivismo edilizio in Puglia: fotografia di uno scempio", alla quale sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, il presidente della Regione Puglia e l'assessore regionale all'Assetto del territorio, Nichi Vendola e Angela Barbanente. Una «massiccia speculazione edilizia», si concentra sulle coste del Gargano e del Salento: «caso emblematico» è il villaggio abusivo di Torre Mileto (Foggia) dove dagli anni 70, è sorta una cittadella fatta da migliaia di villini appoggiati sulla striscia di sabbia che divide il mare dal lago di Lesina. «Case senza fondamenta, senza rete fognaria e senza allacci», sono quelle per cui Legambiente «chiede l'abbattimento ormai da anni senza che ad oggi vi siano risposte concrete». Ma domani, grazie alla legge regionale che finanzia l'abbattimento degli eco-mostri, sarà demolita una struttura che da circa trent'anni sorge a picco sulla scogliera di Villanova a Ostuni, nel Brindisino. Secondo Tarantini, però, in Puglia, «a fronte di numerosi illeciti non corrisponde un altrettanto alta percentuale di ordinanze di demolizione eseguite, anche quando previste da sentenze della magistratura diventate definitive». Il dato sul rapporto tra ordinanze ed esecuzioni «è sconfortante in Puglia, fermo al 5,25% contro una media nazionale del 10%».



Per Vendola, «il punto è che l'Italia ha un vissuto in cui il condono e la sanatoria sono state la regola di una idea del governo del territorio» e «l'abusivismo di necessità è stato una retorica che ha coperto la crescita del fenomeno di illegalismo di massa» secondo la quale «l'abusivismo piuttosto che la commissione di un reato è l'esercizio dell'arte di arrangiarsi». «Noi - ha proseguito - non abbiamo nessun'altra possibilità se non generalizzare gli abbattimenti degli abusi», anche perchè «l'abusivismo non va letto come una mutilazione ma come una riappropriazione», oltre che come la «messa in sicurezza del territorio dai pericoli del dissesto idrogeologico».



Un paese «civile non ha abusivismo - ha sottolineato Barbanente - e una piaga profonda come l'abusivismo richiede cure intense con molte medicine e medici». «La nostra legge regionale non è una legge bandiera», ha aggiunto ricordando che «ci sono pratiche di condono pendenti dagli anni '80 che bloccano i nostri uffici». «Con la legge numero 15 approvata nel 2012 - ha ricordato - ora siamo alla seconda edizione del finanziamento delle demolizioni. Abbiamo il coordinamento Regione, Comuni, Forze dell'Ordine e Procure. E un protocollo d'intesa con la Procura di Lecce che sta diventando una buona pratica e si sta allargando ad altre procure».



«I primi risultati - ha rilevato - riguardano 1.500 fascicoli inseriti in banca dati; 180 demolizioni spontanee solo nel 2013, e diverse centinaia di procedimenti sui quali agiamo con la prevenzione». «Con la seconda edizione delle demolizioni - ha concluso - abbiamo finanziato il 100 per cento delle richieste», ma vogliamo che «altri Comuni ci chiedano i soldi per gli abbattimenti».
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