Pug e case al mare: troppo abusivismo e 4mila condoni "arretrati"

Pug e case al mare: troppo abusivismo e 4mila condoni "arretrati"
di Stefania DE CESARE
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:00

Oltre 22 chilometri di litorale. Un territorio ricco e pieno di criticità che dovrà essere riorganizzato. Ma prima bisognerà risolvere i nodi legati alle pratiche di condono
Si terrà domani mattina - sabato 4 febbraio - dalle 10 al Teatro Koreja, la quinta giornata della consultazione pubblica sul Piano urbanistico generale “Il Mare di Lecce”. L’incontro sarà dedicato alla costa leccese, un’area dall’elevato valore ambientale, paesaggistico e naturalistico, ricca di tracce storiche, ma che al tempo stesso presenta forti criticità relative al declino degli insediamenti costieri – sorti in modo non pianificato e disordinato – e ai rischi ambientali connessi all’erosione costiera, all’innalzamento del livello del mare e alla fragilità del suolo. 

La relazione tecnica

La relazione tecnica introduttiva sarà curata da Federico Zanfi e Francesco Curci del gruppo di lavoro DaStU del Politecnico di Milano che affianca l’Ufficio di Piano. «Il mare di Lecce è un ambito territoriale strategico a elevato valore ambientale – spiega Zanfi - ma al contempo presenta delle criticità legate al tipo di urbanizzazione, prevalentemente non pianificata, al declino di alcuni di questi insediamenti e al conflitto di questi con alcune condizioni di rischio come quello idraulico, idrogeologico, e l’erosione costiera.

Uno degli obiettivi del Pug sarà quello di proporre una immagine delle marine non aggregata».


Nelle ultime settimane, a margine del dibattito intorno al lavoro di redazione del Pug, c’è chi tra professionisti e osservatori locali aveva proposto l’immagine delle marine come una “riviera leccese”, con una identità singola, un marchio unico e riconoscibile, e una rete di servizi e trasporti ed eventi. «Le marine devono essere considerate come un luogo di differenze – sottolinea Zanfi -. Gli insediamenti non sono tutti uguali, e la prima operazione che il Pug propone è proprio quella di riconoscere le differenze, individuando 5 tipi di contesti territoriali che avranno un indirizzo urbanistico diverso. Ci sono, ad esempio, ambiti costieri di elevata valenza paesaggistica e ambientale in cui l’azione principale sarà quella della tutela; insediamenti costieri non pianificati che devono essere però alleggeriti in virtù di un conflitto tra manufatti abusivi ed elementi naturali; insediamenti costieri che pur avendo la medesima origine non pianificata si trovano in situazioni meno critiche e quindi possono essere riorganizzati; insediamenti costieri già pianificati, caratterizzati da una percentuali di residenti maggiore, e dove si dovrà riqualificare e in ultimo insediamenti più specializzati dal punto turistico ricettivo: campeggi, resort e stabilimenti balneari che dovranno essere meglio integrati nel paesaggio costiero».

Il punto di partenza del lavoro del Pug


Il punto di partenza del lavoro del Pug sarà quello di riconoscere il valore degli elementi ambientali come le dune o le zone umide, e beni culturali, come le torri: «Questi elementi avranno il ruolo di struttura e saranno la base per ristrutturare il territorio in modo che possa esserci una fruizione pubblica più sostenibile e destagionalizzata». Ma c’è un grande nodo da sciogliere: le pratiche di condono. Negli anni, infatti, le marine leccesi sono state terra di abusi. Sono oltre 4mila le pratiche di sanatoria ancora inevase a circa 40 anni dal primo condono edilizio. «La costa presenta un numero elevato di edifici senza pianificazione a cui corrisponde un numero elevatissimo di pratiche di condono la cui gran parte è in itinere – sottolinea Zanfi -. La priorità è una necessaria chiusura di queste pratiche. Senza questo passaggio, il progetto sulla costa non si può fare». 
All’incontro interverranno anche l’architetto Anna Maria Gagliardi e il geologo Stefano Margiotta, che approfondirà le questioni legate alla sicurezza idrogeologica della costa leccese. «Questo è un territorio che ha tantissime ricchezze che però possono trasformarsi in pericoli – spiega Margiotta -. Abbiamo aree soggette ad allagamenti e altre interessate da fenomeno di crollo. La conoscenza di questi fenomeni è fondamentale. Anche il fenomeno naturale dell’erosione dovrà essere monitorato. Per questo il Pug dovrà prevedere interventi dinamici e non statici per adattarsi ai cambiamenti in atto».

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