Veglie, chiamano la sindaca "signorina": bufera sulle pari opportunità

Il municipio di Veglie
Il municipio di Veglie
di Francesco DE PASCALIS
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Sabato 5 Agosto 2023, 05:00

Signorina” usato in “forma offensiva e dispregiativa”, e le polemiche politiche arroventano il già torrido, agosto di Veglie. Da una parte il gruppo di opposizione “Veglie di Tutti”, rivoltosi in consiglio alla sindaca Maria Rosaria De Bartolomeo, «apostrofandola ironicamente con il termine signorina», dall’altra la sindaca che ritenendosi «offesa» segnala i fatti al comitato “Pari Opportunità” della Provincia di Lecce.

L'intervento della presidente Pari Opportunità

E proprio Anna Toma, presidente della commissione “Pari Opportunità” provinciale, è intervenuta nelle scorse ore, con una lettera in cui ha motivato il caso con una serie di riferimenti, normative e regole comportamentali. «Mai la dialettica politica può divenire strumento asservito agli stereotipi di genere, per questo invitiamo e sollecitiamo tutti i consiglieri e le consigliere del gruppo “Veglie di tutti” a cooperare insieme, nel ruolo istituzionale che sono chiamati a svolgere, per promuovere la parità di genere anche mediante l’uso di un linguaggio non sessista, inclusivo e rispettoso del genere». Ferma la presa di posizione della sindaca di Veglie Maria Rosaria De Bartolomeo. «La mancanza di rispetto della parità di genere avutasi in questa occasione è grave ed offensiva – ha spiegato la sindaca -. Mancanza di rispetto che non passa solo da comportamenti fisici violenti, ma anche, è questo è un chiaro esempio, dall’uso scorretto e poco appropriato della lingua italiana, nonché da tutti quei retaggi culturali che mal si coniugano con una società che sempre più ha avviato un processo di parità di genere». 
«Il processo di sensibilizzazione - prosegue - deve partire dalla base, tutti i giorni, attraverso comportamenti e buone prassi che passano soprattutto dal rispettoso esempio che si dà in società e ancor prima in famiglia.

L’utilizzo puntuale e corretto, nonché istituzionalmente preposto, della lingua italiana, aiuta sicuramente a sensibilizzare la società al rispetto delle donne qualsiasi ruolo esse ricoprano. Ci sarà sempre qualcuno che tenderà a colpirci per il solo fatto di essere donne – rincara a sindaca - sminuendo il nostro impegno perché donna, signora, signorina, senza riconoscere né ruoli, né professionalità, né formazione. È più facile chiamare una giovane sindaca signorina. – spiega - piuttosto che un giovane sindaco signorino. E purtroppo ci sono ancora persone che pensano che il modello patriarcale e maschilista la faccia da padrone nella nostra società». «E dispiace ancor di più - conclude - quando certi retaggi culturali vengano sostenuti da altre donne».

La replica dell'opposizione

A gettare benzina sul fuoco delle polemiche la replica della minoranza consiliare vegliese, che con una nota secca e perentoria a firma tutti i consiglieri comunali, rispedisce al mittente le accuse ricevute contro replicando alla sindaca Maria Rosaria De Bartolomeo. 
«La prima cittadina della nostra comunità, è stata abilissima a spostare il focus, oggetto della discussione consiliare. Mentre, come nei nostri diritti, noi chiedevamo lumi nel merito della nostra interpellanza relativa ai compensi ricevuti dalla sindaca – spiega il capogruppo, Giuseppe Landolfo -, ci riferiamo gli stipendi ricevuti sia come sindaco di Veglie sia come funzionario della Regione Puglia, ci vediamo attaccati per esserci rivolti dando della ‘signorina’ alla dottoressa De Bartolomeo. Se questo nostro interloquire è ritenuto offensivo non abbiamo alcun problema a chiedere venia e chiarire che il nostro dire non voleva essere assolutamente offensivo. Se invece questo è il tentativo di sviare la questione, da un aspetto che si è sviluppato in maniera diametralmente opposta a quanto dichiarato dalla sindaca in campagna elettorale allora non possiamo far altro che chiedere ai cittadini di comprendere quale delle due è argomentazione è quella che merita maggiore attenzione per la stessa comunità». 

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