Tentato omicidio a Nardò: fermato un quarto uomo
Nell'indagine emergono stretti rapporti tra Salento e Sicilia

Tentato omicidio a Nardò: fermato un quarto uomo Nell'indagine emergono stretti rapporti tra Salento e Sicilia
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Venerdì 1 Luglio 2016, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 14:10

I carabinieri del nucleo investigativo hanno fermato un uomo ritenuto la quarta persona coinvolta nella sparatoria dello scorso maggio a Nardò quando in corso Galliano, venne colpito ripetutamente il 27enne Gianni Calignano, trasportato d'urgenza in ospedale con un proiettile nel polmone.
Si tratta di Rocco Falsaperla, 43 anni originario di Gela, pluripregiudicato anche per reati di natura associativa, attualmente domiciliato a Genova dove è stato arrestato nel pomeriggio di ieri in collaborazione con il nucleo investigativo ligure.

 


Per il tentato omicidio di Gianni Calignano, i carabinieri di Lecce avevano già arrestato lo scorso 22 maggio a Nardò, Francesco Russo, 64 anni, e il figlio Giampiero di 27. In provincia di Novara, dove era tornato, è stato invece catturato il loro presunto complice, Angelo Caci, anche lui di Gela.
Ora il cerchio si è stretto sul quarto uomo del gruppo: a Falsaperla è contestato il reato di tentata estorsione aggravata per aver concorso con Francesco Russo e Giampiero Russo, oltre ad Angelo Caci, anch’esso di Gela, a porre in essere fra il 14 e il 16 maggio scorsi reiterate e violente condotte estorsive in danno di un imprenditore con attività commerciale nel centro di Nardò.
Nello specifico agli indagati viene contestato di aver più volte minacciato, anche con armi e violenza, l’imprenditore. Tale condotta estorsiva, in seno alla quale sono emersi anche altri correi ancora in via di identificazione, il 16 maggio scorso sfociava nel tentativo di omicidio, nel centro di Nardò, in danno di Giovanni Calignano. La misura cautelare in carcere è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Lecce Alcide Maritati, su richiesta del Pm Stefania Maria Mininni e ha previsto anche una serie di perquisizioni a Nardò e Lecce, e sottoposto a sequestro alcuni oggetti di rilevante valore probatorio che potrebbero determinare – a breve – nuovi ed importanti sviluppi investigativi, specie riguardo all’accertato rapporto fra gli indagati salentini e quelli siciliani.  
 

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