Salento, prestiti usurari a imprenditori e dipendenti pubblici: chiesti 40 anni di carcere

Salento, prestiti usurari a imprenditori e dipendenti pubblici: chiesti 40 anni di carcere
Salento, prestiti usurari a imprenditori e dipendenti pubblici: chiesti 40 anni di carcere
di Pierangelo TEMPESTA
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Lunedì 6 Novembre 2023, 21:32 - Ultimo aggiornamento: 21:59

Chiesti quasi 40 anni di carcere per gli indagati nell’inchiesta sul presunto sistema di prestiti a tassi usurari che avrebbe visto come vittime 58 persone, tra cui imprenditori e dipendenti pubblici, e che ha svelato anche presunte infiltrazioni della criminalità nelle gare d’appalto del Comune di Galatina (nella posizioni di imputati anche tre funzionari comunali per l’assegnazione del servizio di refezione scolastica). Il tutto sostenuto dalla minaccia, a volte esplicita e a volte velata, della vicinanza di alcuni imputati al clan mafioso dei Coluccia di Noha.

Le richieste

Dinanzi alla seconda sezione penale collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Valeria Fedele), il procuratore aggiunto della Dda Guglielmo Cataldi ha invocato: due anni e due mesi di reclusione e seimila euro di multa per Anna Paola Dima (43 anni di Melendugno); tre anni e 10mila euro di multa per Antonio Gianluca Notaro (44 anni di Galatina); quattro anni e 20mila euro per Luciano Notaro (71 anni di Lequile); sette anni e 30mila euro per Mario Notaro (73 anni di Galatina); due anni e sei mesi e seimila euro di multa per Luigi Nuzzaci (65 anni di Galatina); otto anni e 30mila euro per Carlo Palumbo (46 anni di Melendugno); due anni e sei mesi e seimila euro per Patrizia Palumbo (50 anni di Galatina); nove anni e 40mila euro di multa per Luigi Sparapane (58 anni di Galatina).

Ha chiesto poi l’assoluzione perché il fatto non sussiste per Anacleto Chittano (78 anni di Sogliano Cavour), Emanuela Notaro (40 anni di Galatina) e Pantaleo Nuzzo (53 anni di Taranto). E di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per Maria Antonica (69 anni di Galatina), Antonio Calabretti (71 anni di Galatina), Maria Luce Maglio (63 anni di Galatina), Francesco Palumbo (44 anni di Melendugno) e Fabio Sparapane (29 anni di Melendugno). Biagio Garibaldini (55 anni di Galatina) e Italo Scudella (78 anni di Surbo), invece, sono deceduti nel corso del procedimento. 

Le accuse

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata all’usura, alla violenza privata, all’estorsione e all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, peculato e truffa ai danni dell’amministrazione comunale. Cinquantotto le presunte vittime di prestiti usurari, che avrebbero superato anche il tetto del 200 per cento. E, fra questi, imprenditori e dipendenti pubblici. Nel corso dell’inchiesta è emerso anche che dipendenti di Palazzo di Città avrebbero usato il telefono per ragioni estranee al loro impiego o sarebbero stati assenteisti. Due le ipotesi di turbativa d’asta: la prima riguarda l’assegnazione del servizio di refezione scolastica, la seconda l’aggiudicazione di un immobile in una procedura esecutiva del Tribunale civile. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia Alessio Coccioli ed eseguita dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Lecce. A difendere gli imputati, tra gli altri, gli avvocati Antonio Savoia, Giuseppe Bonsegna, Francesco Vergine, Luigi Corvaglia, Francesca Conte, Renata Minafra, Alessandro Stomeo, Viola Messa, Anna Maria Congedo, Carlo Congedo, Giovanni Gabellone, Carlo Gervasi, Amerigo Barba. 

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