Rsa di Miggiano, sei morti. La struttura attacca l'Asl: sos ignorati

Rsa di Miggiano, sei morti. La struttura attacca l'Asl: sos ignorati
di Pino GRECO
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 10:43

Sei morti su 12 ricoverati nei centri Covid della provincia (Lecce e Galatina), 32 positivi su 51 ospiti. Sono questi i preoccupanti numeri che vengono fuori dalla residenza socio-assistenziale San Vincenzo di Miggiano. A metà gennaio i primi segnali preoccupanti, l'arrivo dell'Asl e dell'Usca (Unità speciale di continuità assistenziale), e i timori di un possibile focolaio. «La situazione è però sotto controllo», aveva detto allora il sindaco Michele Sperti. «Gli anziani risultati positivi sono tutti asintomatici e sono isolati ed assistiti in apposita ala. Il tutto è sotto controllo e sotto stretta sorveglianza», aveva detto Sperti, aggiungendo che «i gestori, di concerto con l'Asl, stanno seguendo scrupolosamente il previsto protocollo».
Sono passati solo pochi giorni e la curva del contagio sale in modo preoccupante nella residenza socio-sanitaria. Il professor Pier Luca Di Cagno, direttore della struttura, afferma: «Appena abbiamo scoperto il virus nella nostra struttura, abbiamo applicato tutte le procedure immediate, quindi abbiamo chiesto subito il trasferimento in ospedale ai soggetti a rischio con patologie più gravi. Abbiamo trovato qualche difficoltà organizzativa da parte dell'Asl. Pensavo che in questo periodo ci si fosse organizzati molto meglio, purtroppo non è così».
Continua Di Cagno: «Noi non potevamo fare di più, per un anno abbiamo difeso contro tutto e tutti i nostri ospiti riuscendo a rimanere immuni al Covid. Quando è venuto fuori il focolaio nella mia residenza sono stato anche attaccato da chi sosteneva che io non avessi infermieri sufficienti all'interno della struttura. Dopo le dimissioni di 25 infermieri, abbiamo informato le autorità competenti della carenza di infermieri e si è chiesto aiuto sulla ricerca di queste figure professionali. Sulla mia richiesta di infermieri l'Asl non ha mai risposto».
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