Migliaia di musulmani in preghiera nelle chiese: il no dell’imam di Lecce

Migliaia di musulmani in preghiera nelle chiese: il no dell’imam di Lecce
di Nicola QUARANTA
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Lunedì 1 Agosto 2016, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 09:39
«Il nostro cordoglio e la nostra vicinanza nei momenti difficili, come l'ultimo attentato a Rouen, lo dimostriamo ogni giorno, con i fatti e la convivenza. Non abbiamo bisogno di gesti "pubblicitari", preferiamo il rispetto reciproco, soprattutto quando si tratta di momenti "rituali" di una religione diversa. La convivenza, non vuol dire perdere i propri valori, oppure abbandonare la verità in cui si crede». Questi alcuni dei passaggi del post “controcorrente” dell'imam di Lecce, Saiffedine Maaroufi, pubblicato in rete alla vigilia della domenica di fratellanza tra cattolici e musulmani e che ha sollevato dubbi e perplessità, come la sua stessa decisione di non aderire all'iniziativa, promossa per condannare il recente, orribile assalto dell’Isis in una chiesa in Francia, costata la vita a un sacerdote, padre Hamel, barbaramente assassinato. Ma a smorzare le polemiche in chiave salentina, a margine di una giornata, per molti invece storica e straordinariamente rivoluzionaria, è il presidente della Comunità islamica d'Italia, Sharif Lorenzini: «Credo che sia stato travisato il significato delle parole dell’Imam - sostiene Lorenzini - perché l'ho sentito ieri (sabato, ndr) e non c'è mai stata una forma di contrarietà all'iniziativa. È stato un momento di preghiera prima della celebrazione liturgica, non c'è stata alcuna partecipazione alla messa», spiega il numero uno della Comunità islamica d'Italia.

Distinguo a parte, la valenza dell’evento. Che non è racchiuso soltanto nei numeri: in Francia e in Italia migliaia di musulmani hanno partecipato ieri, ultima domenica di un luglio di sangue, alle Messe in segno di fraternità, di pace e di cordoglio. L'omicidio di padre Jacques Hamel, l'anziano sacerdote sgozzato mentre celebrava, nella chiesetta di Saint-Étienne-du-Rouvray, ha scosso la comunità islamica, perlomeno in questo spicchio d'Europa, e sollevato un'ondata di solidarietà. Lo testimoniano le nette parole di condanna del terrorismo pronunciate da tanti esponenti islamici dopo l'orrore di Rouen, ma soprattutto le immagini, fortemente simboliche, catturate dalla cronaca, di commossi abbracci tra parroci, vescovi e imam. Una straordinaria saldatura tra fedi diverse che certamente nasce sull'onda emotiva di un tragico evento ma che potrebbe segnare anche, come auspicato dal cardinale Bagnasco «l'inizio di un nuovo percorso». «Non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando. È vero infatti che il mondo musulmano è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d'accordo. E ora mi pare - ha detto - che si vada in questa direzione».

Da Roma a Milano, da Napoli a Palermo. E così in Puglia: a Bari, Brindisi, Taranto e Martina Franca. In Italia sono stati oltre 23mila i musulmani che hanno varcato la soglia di una chiesa e pregato insieme ai cattolici contro il terrorismo.
«Siamo stati accolti con calore e ospitalità dai nostri fratelli in Cattedrale e abbiamo scambiato momenti belli di pace e di amore», Spiega Lorenzini, che ieri era presente in Cattedrale a Bari dove, prima della celebrazione liturgica, c'è stato un momento comune di preghiera tra musulmani e cattolici per le vittime del terrorismo, contro l'odio e la guerra. Nella Cattedrale gremita c'era una delegazione di circa 50 fedeli musulmani composta tra gli altri, oltre che da Lorenzini, dagli Imam del Cara di Bari, della Comunità del Bangladesh e del Centro islamico di Bari. La preghiera recitata in arabo è stata tradotta simultaneamente da un “fratello” della Comunità islamica pugliese. «Abbiamo rinnovato - spiega Lorenzini - il messaggio di unità a tutta la cittadinanza. Abbiamo dimostrato la comunione di intenti tra Islam e Cristianesimo partendo dalle letture delle nostre scritture, il Corano e la Bibbia, per dimostrare che il nostro Dio proclama pace, amore e fraternità».
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