Un'altra piazza per Carmelo Bene. Ecco i testimonial

Un'altra piazza per Carmelo Bene. Ecco i testimonial
di Angela NATALE
3 Minuti di Lettura
Domenica 24 Gennaio 2016, 10:13

Alzi la mano chi sa dove si trova piazza Carmelo Bene? In pochi ne hanno contezza, ma esiste. Purtroppo, esiste. E’ nell’ex Foro Boario, area parcheggio per bus della Stp e per i bestioni Gran turismo che in estate ogni giorno vomitano in città migliaia di vacanzieri. Smog e “monnezza”, dentro e fuori il City terminal: è l’ordinario biglietto da visita di Lecce capitale italiana della cultura. È qui, in questo slargo dove un tempo si svolgevano le fiere bovine, che il Comune di Lecce qualche anno fa ha consegnato la memoria del grande attore e regista di Campi Salentina.



Per il movimento “Lecce bene comune” quell’intitolazione è un’offesa. Carmelo Bene merita ben altri luoghi e attenzione. Merita ciò che decine di intellettuali, professionisti, politici e comuni cittadini chiedono al Comune: intestargli un luogo significativo, “più degno e centrale”, adeguato alla straordinaria rilevanza del suo genio anziché ad uno dei non luoghi per eccellenza della città. La petizione, appena lanciata sul web, ha subito raccolto molti consensi mentre una schiera di testimonial oltre al nome ci hanno messo anche la faccia. Volti noti: tra gli altri, il regista Edoardo Winspeare, lo scrittore Maurizio Nocera, il prof universitario Stefano Cristante; l’architetto Totò Mininanni; la senatrice Maria Rosaria Manieri. E anche meno noti. Compresi molti forestieri che nel Salento sono di casa.

L’obiettivo della sottoscrizione lanciata da “Lecce bene comune” e quello di smuovere le coscienze attraverso un dibattito aperto e di creare una sorta di movimento che individui i luoghi più idonei a raccogliere nel ricordo l’eredità di Carmelo Bene. Potrebbe essere il teatro Apollo, in via di restauro. O, meglio ancora, la piazzetta adiacente. Ma anche l’attuale via Umberto I che, con Palazzo dei Celestini e Santa Croce rappresenta l’apoteosi del patrimonio artistico. «In questo caso – spiega Renato Vernaleone, tra gli autori dell’iniziativa – sarebbe un vantaggio in quanto non essendoci molte abitazioni, sarebbe pochi i residenti che soffrirebbero il disagio di doversi rivolgersi all’anagrafe. Ma anche piazza Libertini andrebbe più che bene, assedio degli ambulanti permettendo, considerato il doppione con via Libertini. I luoghi ci sono. Ora serve la volontà politica. E il momento sembra essere propizio: la Commissione comunle al ramo ha avviato i lavori per regolamentare la toponomastica: quale miglior occasione per restituire dignità e valore a chi ha contribuito a scrivere la storia culturale del Novecento?