I No Tap alzano il tiro: scritte e insulti contro il professor Boero e il Pd

Una delle scritte comparse a Ecotekne
Una delle scritte comparse a Ecotekne
di Alessandro CELLINI
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Venerdì 24 Novembre 2017, 14:15 - Ultimo aggiornamento: 21:34

I No Tap alzano il tiro. E individuano nuovi obiettivi contro cui puntare il dito: il professore Ferdinando Boero, docente di Zoologia e Biologia marina all’Università del Salento, e la sede del Partito democratico a Carpignano Salentino. Scritte, insulti, imbrattamenti: nella notte tra mercoledì e giovedì qualcuno, approfittando del buio, si è dato da fare con bombolette spray e pennarelli.
È un’escalation di intimidazioni messa in atto dalla frangia più “dura” degli attivisti No Tap. Il gasdotto non s’ha da fare: questo il messaggio. E, per ribadirlo, non esitano a prendere di mira violentemente chi è invece su posizioni diverse. Dopo le tensioni dell’altro giorno al Rettorato, dopo le scritte contro la sede della Trans Adriatic Pipeline, dopo i cortei improvvisati che nei giorni scorsi hanno attraversato la città, non si ferma l’ondata di dissenso nei confronti di chi si è mostrato quanto meno non contrario all’opera. Un dissenso che, in questo caso, s’incrocia con gli insulti e con le offese.
È il caso del professore Boero, “colpevole” di aver avviato con Tap un percorso di collaborazione finalizzato, tra l’altro, a individuare il punto di approdo migliore dal punto di vista della difesa dell’ecosistema marino mettendo a disposizione la propria professionalità. Ecco quindi che Boero diventa “ecoterrorista”, “complice” e “servo” di Tap. Nel mirino finisce un ambientalista militante impegnato su fronti diversi. Contro le trivelle, ad esempio. Boero che, dieci giorni fa, aveva firmato un intervento su Quotidiano - in una pagina di dibattito accanto a quello del sindaco di Melendugno, Marco Potì - in cui spiegava le sue posizioni.
 



Le scritte, in tutto cinque, sono comparse ieri mattina in vari punti dell’Ecotekne di Monteroni. Difficile, almeno per il momento, risalire agli autori. Certo è che all’inizio della giornata studenti, docenti e personale universitario si sono trovati davanti le scritte.
Trenta chilometri più a sud: diverso lo scenario, identiche le intenzioni. A Carpignano Salentino i No Tap hanno preso di mira il circolo cittadino del Pd guidato dal segretario Luciano Marrocco. Qui mercoledì sera sono comparse scritte ingiuriose e minacciose contro il Pd, contro la Digos e, ovviamente, contro la multinazionale.
Ma perché Carpignano? Proprio quella sera si era tenuto in paese un corteo di solidarietà all’attivista colpito da “Daspo”, più propriamente da un provvedimento di divieto di avvicinamento a Melendugno. Il 20enne colpito dal provvedimento è di Carpignano e nelle ultime settimane avrebbe partecipato attivamente a proteste, sit in, blocchi stradali. Da qui la decisione di tenerlo lontano dall’area del cantiere per tre anni. Una decisione che non è andata giù ai suoi compagni di lotta che, appunto, hanno manifestato per le strade di Carpignano. Se poi qualcuno di loro abbia approfittato del buio per imbrattare l’ingresso della sede del Pd, è tutto da verificare. Gli accertamenti sono nelle mani dei carabinieri della locale stazione. Vero è, tra l’altro, che il segretario Marrocco fa parte dell’ala “orlandiana” del Pd (rappresentata nel Salento dal deputato Federico Massa, oggetto di contestazione alcuni giorni fa nel dibattito all’Università) che ha da subito scelto la strada del dialogo rispetto all’opera.
Proprio Massa, ieri, è stato uno dei primi a mostrare solidarietà al circolo Pd, esprimendo «profondo rammarico ed estremo dispiacere» per «l’ennesimo atto vandalico di sapore squadrista. I nostri circoli sono luoghi di discussione e confronto aperti a tutti, rappresentano un baluardo di libertà ed una riserva fondamentale di democrazia e di partecipazione vera. A chi pensa di intimidirci o di privarci della possibilità di esprimere, in autonomia, una nostra posizione politica - conclude Massa - noi risponderemo come sempre abbiamo fatto e come sancito nel nostro Dna politico e culturale: mettendo in campo la forza delle idee, il dialogo costruttivo, il confronto pacifico sui temi, il rispetto delle regole e dei principi di legalità».

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