Sciolto il Consiglio di Neviano: «Condizionamenti da parte della criminalità»

Sciolto il Consiglio di Neviano: «Condizionamenti da parte della criminalità»
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Agosto 2022, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:48

ll Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, «alla luce degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata», ha deliberato nelle scorse ore lo scioglimento del Consiglio comunale di Neviano (ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) e l’affidamento della gestione del Comune a una commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi.

L'operazione dei carabinieri a febbraio e l'arresto dell'ex sindaco Megha

Tutto nasce dall'operazione dello scorso febbraio  dei carabinieri e della Direzione distrettuale contro il clan Coluccia, che portò quindici arresti tra Galatina, Noha, Aradeo, Neviano, Corigliano e Cutrofiano. Tra questi anche l'ex sindaco di Neviano Antonio Megha.

Il Comune parte civile nel processo

E il Comune di Neviano vuole  costituirsi parte civile contro il suo ex assessore nell’udienza preliminare del 9 settembre prossimo sull’inchiesta che ha contestato anche i rapporti del clan Coluccia di Noha con una parte dell’amministrazione comunale. Con l’avvocato Antonio Megha, 62 anni, ex sindaco ed ex vicesindaco di Neviano, dimissionario dalla carica di assessore alla Cultura lo stesso 7 febbraio scorso quando fu messo agli arresti domiciliari (misura in seguito revocata e sostituita con l’obbligo di dimora nel comune di Neviano) con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
La Giunta guidata dalla sindaca Fiorella Mastria, eletta nel 2022 a scadenza dei due mandati della madre Silvana Cafaro (che era stata vice di Megha sindaco) aveva dato incarico al dirigente del settore Affari generali, Daniela Calò, di nominare l’avvocato Luigi Covella per rappresentare il Comune nell’udienza in cui il giudice Marcello Rizzo stabilirà se accogliere o meno le richieste di rinvio a giudizio per 17 imputati presentate dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Carmen Ruggiero, o le istanze di non luogo a procedere dei difensori.Il parere della prefetta di Lecce, Maria Rosa Trio, è stato quindi accolto dalla ministra: si era espressa per lo scioglimento la commissione di accesso agli atti amministrativi insediatasi dopo la trasmissione in prefettura degli atti dell’inchiesta penale, per accertare se ci siano stati rapporti fra gli amministratori e la criminalità comune e organizzata tali da condizionare le scelte del Comune.

L'accusa: patto con il clan per garantirsi 50 voti


Megha - dice questo l’accusa - avrebbe stretto un patto con il clan per garantirsi 50 voti alle elezioni comunali del 2020, in cambio di 3.000 euro in contanti, la messa a disposizione dell’apparato di Palazzo di Città e delle sue conoscenze in Calabria.

Lo difende l’avvocato Giuseppe Corleto. Con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, viene contestata anche l’aggravante dell’agevolazione del clan Coluccia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA