«Lupiae, Pagliaro incompatibile»: il centrodestra va dal prefetto

«Lupiae, Pagliaro incompatibile»: il centrodestra va dal prefetto
di Matteo CAIONE
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Venerdì 2 Agosto 2019, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:20
«L'atto di nomina è illegittimo e deve essere revocato. Alfredo Pagliaro è incompatibile perché era già stato proclamato consigliere». L'opposizione presenta un esposto al prefetto di Lecce e sulla designazione di Pagliaro come amministratore unico della Lupiae Servizi spa s'infiamma lo scontro a Palazzo Carafa. Nella nota protocollata ieri e fatta pervenire sul tavolo del numero uno del prefetto Maria Teresa Cucinotta il centrodestra leccese snocciola leggi, decreti attuativi, commi e sentenze per processare il decreto 42 del 31 luglio scorso con cui il sindaco Carlo Salvemini ha nominato Pagliaro alla guida della società partecipata.

Il documento indirizzato al prefetto porta la firma dei sette gruppi della coalizione Congedo che occupano i banchi della minoranza: Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lecce Città del Mondo, Lega Salvini, Prima Lecce, Sentire Civico, Congedo Sindaco. La questione non è più soltanto politica. Pagliaro, presidente del consiglio del Perrone-bis (2012-2017), il 30 luglio scorso, è stato proclamato consigliere: eletto come il più suffragato di Puglia Popolare, una delle liste della coalizione di governo. Un ritorno a Palazzo Carafa che è durato, però, il volgere di poche ore. Il tempo necessario per formalizzare le dimissioni.

«Sembrerebbe che Pagliaro si sia dimesso immediatamente dopo la proclamazione degli eletti e immediatamente prima dell'adozione del decreto di nomina. Ciò denuncia - afferma l'opposizione nell'esposto presentato al prefetto - la consapevolezza, da parte di Pagliaro, che la proclamazione conferisce pienamente la funzione di consigliere», senza necessità di attendere la convalida degli eletti in Aula, come sanciscono il Testo unico degli enti locali e sentenze del Consiglio di Stato. E il fatto che il decreto di nomina al timone della Lupiae sia stato anticipato dalle dimissioni dello stesso medico manager, secondo l'opposizione non fa venir meno l'incompatibilità che impedisce ad un consigliere comunale di assumere la guida di una società partecipata dal Comune. Entrerebbe in gioco cioè uno dei decreti attuativi della legge Severino.
Le dimissioni determinano comunque l'insorgere di una causa ostativa al conferimento dell'incarico. Il decreto legislativo 39 del 2013 dispone che non possono essere conferiti incarichi come quello affidato a Pagliaro a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio»: questo mette nero su bianco il centrodestra. E non possono sussistere dubbi «circa l'applicabilità della norma perché non esiste alcun limite con riferimento alla permanenza nella carica». Nell'atto sottoposto al prefetto l'opposizione poi si interroga: Quali elementi Pagliaro disponeva nel momento in cui ha presentato le dimissioni? Appare infatti singolare lasciare la carica di consigliere, conquistata con fatica ed in esito ad una difficile competizione elettorale, esclusivamente per la mera aspettativa, perché certezze non potevano sussistere, di una nomina futura ed eventuale. La coda dell'esposto è quindi una dichiarazione di guerra: «L'atto di nomina - scrive il centrodestra al prefetto - è gravemente ed evidentemente illegittimo, o anche illecito, e deve essere rimosso prima che possa produrre effetti, rischiando di aggravare le conseguenze anche nella gestione di una società del Comune che, come è noto, presenta criticità notevolissime che già ne rendono difficilissima la gestione».
Il fuoco di fila del centrodestra va poi oltre le righe dell'esposto. «Camaleontico, seguendo le orme di un trasformismo figlio della vecchia politica: Salvemini, che in campagna elettorale ha tanto sventolato la bandiera del cambiamento, e che da consigliere ha sempre sostenuto la necessità di avere grandi manager a capo delle società pubbliche, affida ora - dichiara il coordinatore provinciale di Forza Italia, Paride Mazzotta - la presidenza della Lupiae a Pagliaro in base non alle competenze specifiche, ma a mere logiche di opportunismo politico. Il tutto a danno della società e dei cittadini ma a favore degli equilibri interni alla maggioranza e utilizzando ogni stratagemma per non incorrere nell'ostacolo dell'incompatibilità». A gamba tesa anche l'ex consigliere Bernando Monticelli Cuggiò: «Che competenze manageriali può avere un medico? In Consiglio entrerebbe poi Valente, forte oppositore di Salvemini e uno dei più accaniti nel mandarlo a casa nel 2017. Oggi lo ritroviamo accanto al sindaco con un giro di valzer in cui scricchiolano coerenza e affidabilità, in un centrosinistra che sta solo distribuendo nomine e poltrone».
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