Lettera minatoria e manifesti funebri al candidato: campagna elettorale da brivido

Lettera minatoria e manifesti funebri al candidato: campagna elettorale da brivido
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Mercoledì 17 Aprile 2019, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 19:57
PARABITA - Dopo la testa di maiale nel recapitata al fratello di un pentito, il clima resta teso a parabita dove il linguaggio dell'intimidazione investe anche il Comune. Questa volta nel paese sono comparsi alcuni manifesti funebri col nome del possibile candidato sindaco e una lettera minatoria all'indirizzo dei commissari prefettizi, arrivati dopo lo scioglimento del Consiglio comunale.
Un tavolo tecnico tra Prefettura di Lecce e forze di Polizia per fare il punto sul caso Parabita è stato convocato per venerdì, proprio alla luce delle intimidazioni ricevute in questi giorni dai commissari straordinari che amministrano il Comune dopo lo scioglimento per mafia dell’Amministrazione (nel 2017) e da un ex consigliere comunale, Marco cataldo, possibile candidato sindaco nella tornata elettorale convocata per il prossimo maggio.
Nella lettera recapitata in Comune si invitavano i delegati del Governo “a tacere e non immischiarsi nelle faccende locali per vivere tranquilli e più a lungo”. Immediate, e trasversali, le reazioni di solidarietà espresse ai commissari dal mondo politico locale.

«Esprimo la mia solidarietà nei confronti di Marco Cataldo e dei commissari prefettizi di Parabita, bersagli di un grave tentativo di intimidazione legato ai rispettivi ruoli politici e amministrativi - scrive Carlo Salvemini, candidato sindaco e già primo cittadino di Lecce - . Mi auguro che sull’episodio gravissimo che li ha interessati possa presto essere fatta piena luce. Vorrei far giungere il mio incoraggiamento a Marco e a quanti a Parabita si stanno impegnando in prima persona per consentire a quella comunità di superare il difficile momento che è seguito allo scioglimento del Consiglio comunale».

 
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