«Sono caduto in bicicletta durante la mia attività lavorativa a causa di una buca, solo dopo essere finito in ospedale qualche giorno dopo ho visto che la buca è stata sistemata. È necessario che qualcuno cada per sistemare le strade?».
Manto stradale dissestato
Da una parte il desiderio di vedere Lecce sempre più a misura d’uomo, da vivere sulle due ruote, che siano essere biciclette, di qualsiasi tipo o monopattini; dall’altra la triste realtà: laddove non vi sono delle piste ciclabili, gli amanti delle due ruote, oltre che combattere con traffico devono fare anche particolare attenzione al manto stradale dissestato sopratutto lungo la circonvallazione, che nel corso degli anni ha subito diversi rattoppi che hanno creato dei pericolosissimi dislivelli: «Oggi i tombini rappresentano un vero e proprio problema, molti di questi sono sottoposti rispetto alla strada -racconta Pietro Berardi-. Se per le auto possono rappresentare solo un piccolo fastidio durante la marcia, per chi viaggia su due ruote sono un problema. Per gli scooteristi il pericolo forse più grande, perché con alcuni mezzi particolarmente pesanti, se si finisce dentro la buca con la ruota il rischio di finire per terra è dietro l’angolo, ma è un rischio anche per chi viaggia in bicicletta che è spesso costretto ad un vero e proprio slalom tra le buche».
Non solo ciclisti, ma anche cittadini che abitualmente utilizzano il monopattino che praticamente sono stati costretti a studiare dei percorsi alternativi per non percorrere la circonvallazione: «Mi muovo spesso in monopattino, perché lavorando in centro è il sistema più agile ed economico per muoversi dentro Lecce, ma mi guardo bene dal percorrere la circonvallazione con il monopattino - racconta Francesco Rizzo -. Vengo da Merine ogni giorno in città e lascio la macchina nelle zone a sosta gratuita e poi per l’ultimo chilometro utilizzo il mezzo elettrico, che però essendo dotato di una ruota piccola, rischia, concretamente di bloccarsi all’interno di una buca e finire per terra, per questo preferisco utilizzare le strade interne, a discapito del tempo di percorrenza, ma in favore di una maggiore sicurezza».
Non solo ciclisti, ma anche i rider
Questo è il tema principale che interessa in particolar modo i rider che sulle strade oltre che lavorarci quasi ci vivono: «Il nostro è un lavoro particolare, i nostri mezzi non sono aziendali, per lavorare dobbiamo avere, la nostra bici o il nostro scooter, più si cammina a Lecce e più aumentano i costi di manutenzione - denuncia Enea Ricchiuto -.