Il viaggio della speranza di un turista di ritorno dall'Albania. «Fino al porto strade dissestate, senza indicazioni, pericolose e buie»

La lettera di denuncia al presidente della Regione Emiliano e al primo cittadino Marchionna: «Se fossi un abitante di questa città mi vergognerei»

Lo stato di degrado del collegamento tra la città ed il porto
Lo stato di degrado del collegamento tra la città ed il porto
di Antonio SOLAZZO
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Martedì 11 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:23

La voglia e la speranza di Brindisi di affermarsi come città turistica si scontra, molto spesso, con apatia, abbandono e totale immobilismo. Vale a dire: le potenzialità e le bellezze per emergere all’attenzione pugliese (e anche nazionale) ci sarebbero tutte, al capoluogo adriatico non manca nulla soprattutto dal punto di vista geografico, ma troppe volte questa città si trova costretta a scontrarsi con tante spiacevoli situazioni di degrado che ne danneggiano lo status e la declassano ingloriosamente.

La denuncia di un turista di ritorno dall'Albania

Potrebbe riassumersi con queste righe la più recente storia brindisina, alla ricerca dello step definitivo verso il successo turistico ma bloccata quasi sempre da fattori esterni, quasi come fosse un “vorrei ma non posso”. Ad avvalorare queste tristi constatazioni si aggiunge una denuncia giunta alla redazione del Nuovo Quotidiano di Puglia: la firma è quella di un turista, Raniero Carloni, reduce da un viaggio di andata e ritorno dall’Albania e alle prese con l’incuria e l’abbandono in diversi tratti nevralgici nei suoi spostamenti a Brindisi. «Una regione che ambisce ad essere un soggetto turistico importante nel quadro nazionale e internazionale come la Puglia non può permettersi la viabilità al porto di Brindisi così come ho potuto registrare di persona recentemente», esordisce il messaggio inoltrato in redazione e rivolto al sindaco Giuseppe Marchionna e al presidente della regione Puglia Michele Emiliano.

Lo stato delle strade di collegamento con il porto

«Se fossi un abitante di questa città mi vergognerei di come è ridotta la strada che collega il porto sia in ingresso che in uscita dalla superstrada. Mi domando se c’è un’autorità che ha mai percorso ultimamente quelle vie. Per andare e tornare dall’Albania ho dovuto attraversare quei luoghi dell’abbandono e dell’incuria e il confronto con Valona è tutto a vantaggio della città albanese», prosegue Raniero Carloni. Parole molto forti e dure che faranno senza dubbio discutere ma che, in un modo o nell’altro, pongono l’attenzione su questioni come viabilità, segnaletica stradale ed illuminazione pubblica. Impossibile non percepire le pesanti critiche rivolte soprattutto alle ultime gestioni, ree – secondo il turista – di non essere intervenute per sistemare alcune delle zone oggetto della segnalazione. «La strada di collegamento che va al porto di Brindisi è senza illuminazione e senza indicazioni chiare: cartelli arrugginiti, divelti, minuscoli, mangiati dal sole e occultati dalla vegetazione; buche sull’asfalto che mettono a repentaglio la sicurezza di mezzi e persone.

Percorrerla in moto la sera è un’avventura che mette a repentaglio l’incolumità fisica anche a venti chilometri all’ora. Un percorso tortuoso che molti stranieri fermi alle rotonde e molti italiani con un atteggiamento ironico e creativo, di guida, interpretano con difficoltà e scherno. C’è insomma uno stato dell’intero dedalo di strade verso il porto che, se sottoposto a sequestro per motivi di sicurezza, nessuno potrebbe obiettare».

L'invito alla politica ed alle istituzioni del territorio

Sarebbe bello, è l’auspicio del turista, «che lei, sindaco o governatore, percorresse con un proprio mezzo quel tratto di strada di andata e ritorno che dalla superstrada conduce all’imbarco per la Grecia e l’Albania, per comprendere la trama di quel biglietto da visita così logoro e approssimativo che evidenzia quanto sia retorico ogni discorso sul turismo senza la manutenzione quotidiana sulle infrastrutture di base. Buon lavoro», conclude Carloni. Dopo dichiarazioni così forti e per certi versi davvero pesanti, la sensazione è che si possa tornare (o meglio, che si debba tornare) molto presto sull’argomento, con risposte più precise e – magari – anche con interventi risolutori che mettano la parola fine a spiacevoli segnalazioni effettuate da cittadini e turisti. La strada – anche dal punto di vista letterale – potrebbe essere tracciata. 

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