Lecce, si addormenta su una panchina e resta chiusa in Villa: la salvano i vigili del fuoco. L'assessore promette sanzioni: «Alla Municipale le chiavi del parco»

Lecce, si addormenta su una panchina e resta chiusa in Villa: la salvano i vigili del fuoco. L'assessore promette sanzioni: «Alla Municipale le chiavi del parco»
di Paola ANCORA
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Sabato 21 Agosto 2021, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 10:18

Si appisola su una panchina e resta chiusa nel parco fino a notte fonda. E' successo due giorni fa a Lecce, nella Villa comunale “orfana” di un custode. Una signora si è addormentata su uno dei sedili presenti nell'area verde del centro città e non si è accorta che le lancette si avvicinavano inesorabili all'orario di chiusura, fissato alle 22. Orario trascorso il quale in Villa - in assenza di custode - arrivano i dipendenti della Lupiae servizi, ai quali l'amministrazione Salvemini ha affidato il compito di aprire e chiudere l'area.

Cosa è accaduto? Lo spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Marco Nuzzaci. «I dipendenti Lupiae, dopo due giri di controllo “classici” non hanno trovato nessuno e hanno chiuso. Prevediamo sempre una certa tolleranza, cioè un lasso di tempo oltre l'orario di chiusura previsto, ma superato quello si procede». Di episodi simili, nelle passate settimane, ne sono accaduti diversi e il Comune - stando alle notizie raccolte - si prepara con l'autunno a riesaminare l'intero comparto “parchi pubblici”, prevedendo possibili ritocchi agli orari di apertura e chiusura e, chissà, forse anche la reintroduzione in Villa della sirena, un allarme sonoro che avvisava della chiusura dell'area verde.

E che, forse, avrebbe svegliato anche i più tenaci dormiglioni.

«Stiamo cercando di percorrere una strada diversa - prosegue Nuzzaci - affidando a giorni le chiavi della Villa alla Polizia municipale, che potrà essere contattata da chi resterà chiuso all'interno e che provvederà a sanzionare chi non avrà rispettato gli orari. Le panchine del resto - conclude - servono come ristoro, non per dormire». E chissà se la collega ai Servizi sociali la pensa alla sua stessa maniera. 

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