Scontrini pazzi, un euro in più per dividere la crepe. La gelateria di Lecce: «Nessuna speculazione, il servizio va pagato»

Scontrini pazzi, un euro in più per dividere la crepe. La gelateria di Lecce: «Nessuna speculazione, il servizio va pagato»
di Paolo CONTE
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Martedì 22 Agosto 2023, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 12:24

Se dividi una portata in due, paghi il servizio. Si evince dallo scontrino di una gelateria del centro storico di Lecce: un euro in più per il "diviso" di una crêpe alla nutella. Il conto è stato postato da una cliente sul gruppo Facebook "Vivere Lecce" e la polemica continua a montare tra gli utenti. Sul social i pareri sono discordanti, ma sulla questione ha fatto chiarezza Antonio Potente, titolare di Tentazioni, il locale in questione. «Mi dispiace dover leggere cose del genere sui social dopo gli innumerevoli sforzi che facciamo da anni per venire incontro alle esigenze dei clienti - spiega l'imprenditore -. I nostri prezzi sono onesti e non abbiamo mai applicato maggiorazioni nel periodo turistico. Ormai viene strumentalizzata ogni cosa dopo il caso del toast diviso in due a Como».

«Un euro è anche poco»

«Se qualcuno compra da noi un nostro prodotto da asporto, che sia una crespella o un gelato, è libero di dividere l'ordinazione anche con altre 10 persone, ma non si può pretendere di usufruire di doppi servizi al tavolo senza pagare il coperto - prosegue -.

Non ti puoi arrogare il diritto di consumare in piazza Sant'Oronzo beneficiando di piatti, posate e tovaglioli aggiuntivi serviti dal nostro personale, senza spendere un centesimo. Il servizio di 1 euro è anche poco considerando i costi che sosteniamo per un lavoro del genere. Quindi non c'è nessuna speculazione».

I commenti


Caso chiuso? Tra gli esercenti di diverse attività del capoluogo leccese il dibattito è aperto. E il piccolo surplus è giustificato in assenza di coperto: «Secondo me non è assolutamente uno scandalo introdurre una piccola maggiorazione per questo tipo di servizio - dichiara Paolo Baldieri, di Baldieri Dolce & Salato, in piazza Mazzini -. Dipende dalle esigenze di ogni singolo gestore. Dividere una porzione significa utilizzare più piatti, tovaglioli e posate che poi finiscono nelle nostre lavastoviglie. Se poi il caso diventa un andazzo che si ripete quotidianamente, mi sembra giusto applicare l'extra. Vengono alimentate polemiche inutili perché nessuno si mette nei panni dei commercianti. C'è la rincorsa a spendere poco pretendendo di sedersi nei migliori locali della città. Se mi chiedono la cialda in più per dividere un cono gelato - conclude -, i miei clienti la pagano perché tutto ha un costo».
Dalle trofie con pesto, per cui in Liguria una mamma aveva pagato un piattino per darne una forchettata alla propria figlia, al toast tagliato in due in Lombardia, sino alla crêpe alla nutella a Lecce. Sullo scontrino della discordia è intervenuta anche Valeria Bruzzone di Martinucci, in piazza Sant'Oronzo: «Se il cliente pretende di non pagare il coperto e devo anche servire piatti, tovaglioli e posate in più, mi sembra giusto che paghi il servizio - afferma -. Per noi rappresenterebbe una costo suppletivo, ma ogni decisione di questo tipo è sempre a discrezione del titolare dell'esercizio». Per Mino Rollo, del Syr Bar, in via Giuseppe Libertini, la questione è più complessa: «Se il cliente sta pagando già il coperto mi sembra eccessivo che paghi anche questo tipo di servizio - spiega -, in caso contrario però sarebbe giusto. Ad ogni modo la nostra politica aziendale non applica la maggiorazione per quanto riguarda il taglio. Preferiamo sempre far prevalere il buonsenso, ma ognuno è libero di applicare i servizi che ritiene più opportuni in base ai costi che deve sobbarcarsi. Non esiste una regola fissa».
La voce fuori dal coro è quella di Francesca Schiavone di Sensi, in viale Giovanni Paolo II. «Non vedo perché dovremmo far pagare ai clienti qualcosa che dovrebbe rientrare nella normalità. Per noi rientra nelle normali richieste, come chiedere dei cucchiaini, cannucce e tovaglioli in più. Chiaramente il discorso cambia se si tratta di aggiunte come per esempio la panna sul gelato. Per cui siamo contrari - aggiunge -. Ci sono anche locali dove i clienti pagano il servizio al tavolo ogni volta che ordinano. Ordinano tre volte e pagano il servizio per tre volte».
 

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