Stefano Minerva difende Gallipoli: «Basta con il massacro mediatico, la città è bellissima e può crescere ancora»

Stefano Minerva difende Gallipoli: «Basta con il massacro mediatico, la città è bellissima e può crescere ancora»
di Antonella MARGARITO
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Martedì 22 Agosto 2023, 07:04

«Gallipoli è di una bellezza straordinaria, riconosciuta in tutto il mondo. È bene riconoscerlo e non umiliarlo più questo territorio, non è con le mortificazioni che si cresce ma con delle critiche strutturate e costruttive». Esce allo scoperto il primo cittadino di Gallipoli, Stefano Minerva, e da buon paladino della sua città, quella città che amministra «con amore» da circa sette anni, si lancia in una strenua difesa.
Difende, con grande passionalità, le mura, le chiese, i palazzi, il suo mare, i suoi tramonti, i profumi, gli stessi cittadini che la vivono con rispetto, i sacrifici degli imprenditori che per questa città lavorano per migliorarla a corollario di un territorio e di un paesaggio che il buon Dio ha voluto dipingere e regalare alla gente del sud. Questo in buona sintesi il pensiero del sindaco Minerva, un pensiero che non esime certamente il lavoro della sua amministrazione e che rivolge essenzialmente a quella che definisce una campagna mediatica diffamatoria nei confronti della sua città. Una città che parla di dati sulle presenze turistiche anche superiori rispetto al resto d'Italia, ma che comunque oggettivamente vive in tempo d'estate alcune innegabili problematiche davvero difficili da risolvere. Problematiche che si traducono in una parola come sintesi: "malamovida", che vuol dire, giovani turisti rissosi, ineducati e caciaroni (molti ma non tutti), emissioni sonore notturne fuori orario e fuori decibel, per non parlare poi di quella fetta di "personaggi poco raccomandabili" che sguazzano tra i giovanissimi proprio nei posti che fanno grandi numeri, con l'intento di vendere sostanze stupefacenti. Molti dei quali giornalmente vengono beccati dalle forze dell'ordine fortemente presenti sul territorio.
Minerva nel suo sfogo che affida alla sua pagina Facebook, anche se obtorto collo, un resoconto dell'estate 2023, resoconto che sembra essere un po' prematuro e che avrebbe preferito fare a ottobre. «Oggi, 21 agosto - scrive Minerva - non posso più stare a guardare e a leggere un massacro mediatico gratuito, di alcuni, nei confronti della città. Quella del 2023 non si può dire che non sia stata un'estate particolarmente polemica sul caro prezzi: non è difficile rintracciare su qualsiasi social network la foto di uno scontrino, battuto in qualsiasi parte d'Italia, con un immancabile commento. Il dibattito sotto l'ombrellone ha riguardato l'aumento dei prezzi e la qualità dei servizi, un confronto che non ha risparmiato la nostra città in qualità di meta prediletta per il turismo estivo. Partiamo da qui: è innegabile che i numeri, rispetto agli anni passati, siano leggermente più bassi - continua il sindaco - ma le ragioni non devono necessariamente essere accompagnate da un dito puntato nei confronti di qualcuno o di qualcosa». Minerva spiega che secondo i dati relativi alla raccolta differenziata del comune di Gallipoli, il ribasso che vi è stato, per il mese di luglio e per agosto (ancora in corso), si attesta tra il sette e il 15 per cento. Una percentuale complessiva che riporterebbe alle presenze del 2018 e del 2019. È giusto sapere che i dati sui rifiuti rappresentano un elemento importante di valutazione delle presenze, «ma questo dato - continua Minerva - non è la traduzione di un turismo che ha fallito. Questa flessione deve riportare ad un ragionamento più ampio che non può permettersi paragoni con le estati "pandemiche" che abbiamo vissuto. È innegabile che il pienone avuto tra il 2020 e il 2021 abbia rappresentato un via di fuga di prossimità, un rifugiarsi nel posto più vicino. La paura del virus, la chiusura degli aeroporti internazionali e il desiderio di evadere "vicino casa" hanno rappresentato dei fattori vincenti, per quanto questa non sia un'espressione felice, per Gallipoli come meta».
Minerva continua poi con la sua analisi mettendo a fuoco anche quello che è il tema del ciclo di vita di una destinazione turistica che deve fare i conti, prima o poi, con il fenomeno dell'inflazione, legato a diversi fattori come quello del mutare dei trend e "delle mode". Ma non è tutto, sul turismo 2023 influiscono anche gli aumenti con i quali gli italiani devono fare i conti giornalmente per cui sono in tanti, nove milioni secondo alcune indagini, gli italiani che hanno dovuto rinunciare alle vacanze. Minerva, ritornando sul discorso gallipolino, sottolinea poi quanto sia fondamentale la professionalità in un settore economico così importante. «Sono d'accordo nel dire che nel turismo, non ci debba essere improvvisazione: non è accettabile vedere B&B, ristoranti e strutture ricettive, in generale, nate dall'oggi al domani, adeguando spazi ad esigenze improvvisate, non offrendo servizi e richiedendo, in cambio, sforzi economici notevoli. Anche qui, il costo della vita è aumentato per tutti, ma da qui alla speculazione il passo, delle volte, è stato breve. Ecco perché è importante riconoscere con lucidità quanto sta accadendo e continuare ad investire sulla professionalità e sulla qualità del turismo: non è un caso che l'indagine di Jcf Panorama Turismo Mare Italia 2023 riporti Gallipoli tra le prime dieci mete in Italia. Non è un caso che Gallipoli quest'anno abbia vinto, per la prima volta nella storia, il prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu, non è un caso che venga scelta dalle emittenti televisive come location d'eccezione per grandi concerti con tantissimi artisti. Non è un caso, non può esserlo. Ed è per questo motivo che la lettura di articoli che dipingono una Gallipoli diversa da quella è che in realtà ferisce e lascia l'amaro in bocca, a me, ai miei concittadini e agli imprenditori illuminati che hanno saputo fare della città un'attraente meta», dice riferendosi ad un articolo uscito su un giornale nazionale (Il Corriere della Sera, ndr) dove la città veniva descritta come meta dello sballo low cost. «Il nostro turismo è cambiato, è in evoluzione come giusto che sia, perché un turismo non può e non deve essere statico. Negli ultimi anni abbiamo fatto degli sforzi notevoli, abbiamo cercato di "educare" e di intervenire grazie ad un lavoro congiunto con tutte le forze dell'ordine del territorio, in particolare con la Polizia di Stato che ha risposto in maniera puntuale e professionale a tutte le sollecitazioni che vi sono state.

Abbiamo fatto tanto e tanto ancora faremo: non siamo giunti a destinazione. E mai arriveremo. Gallipoli è di una bellezza straordinaria, riconosciuta in tutto il mondo. È bene riconoscerlo e non umiliarlo più questo territorio, non è con le mortificazioni che si cresce ma con delle critiche strutturate e costruttive». Minerva si chiede e chiede perché non si sia invece parlato delle bellezze di Gallipoli della bandiera blu ottenuta del fatto che comunque le discoteche si siano attrezzate in tutti i modi per evitare che i giovani si sballino con l'alcool , delle ordinanze fatte sulla legalità, delle aree parcheggio messe a disposizione dall'amministrazione comunale per garantire la mobilità e tanto ancora. «Mi dispiace, mi dispiace sinceramente per quanto letto. Mi sembra che, più che un articolo di cronaca, sia una forzata ricerca per denigrare un luogo che con tanti sacrifici ce l'ha fatta e ce la sta facendo, rispetto a tanti altri luoghi d'Italia che guardano a Gallipoli come esempio. Non è tutto perfetto e tutto si può migliorare. Detto ciò - conclude Minerva - viva la democrazia e il sacrosanto diritto di cronaca. Mi avvalgo di un democratico diritto di replica. Forza, evviva Gallipoli, sempre».

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