Case abusive al mare: oltre 2mila in attesa di condono. Il piano per demolirle e ricostruirle

Case abusive al mare: oltre 2mila in attesa di condono. Il piano per demolirle e ricostruirle
di Stefania DE CESARE
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Domenica 5 Febbraio 2023, 05:00

«Non possiamo più incorrere negli errori del passato che hanno consentito la costruzione delle case a poche decine di metri dal mare. Con il Pug scriviamo insieme le regole su come abitare e vivere questo straordinario patrimonio di bellezza».  È l’invito che il sindaco di Lecce Carlo Salvemini rivolge agli abitanti delle marine. La strategia di sviluppo del litorale leccese, al centro della quinta giornata di consultazione pubblica del Piano urbanistico generale, deve infatti fare i conti con i numerosi casi di abusivismo, con ville e case di ogni tipo costruite in barba alle regole e pratiche di condono edilizio ancora in sospeso. «La nostra è una costa lunga circa 25 km racchiusa fra l’area biogenetica di San Cataldo, l’area protetta di Acquatina, il Sic di Torre Veneri e il Parco regionale di Rauccio. Il Pug non può non considerare questo capitale naturale la spina dorsale, l’infrastruttura portante che deve guidare le scelte dei prossimi 30 anni verso una transizione ecologica della nostra costa». 

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Il punto di partenza del lavoro del Pug, quindi, sarà quello di riconoscere il valore degli elementi ambientali. Ma prima c’è un grande nodo da sciogliere: l’abusivismo. Secondo gli ultimi dati aggiornati, a oggi sono circa 2.000 le istanze di sanatoria in sospeso, di cui la metà entro i 300 metri di distanza dal mare. «Non possiamo più incorrere negli errori figli di un’altra epoca, che invece hanno consentito la costruzione delle case a poche decine di metri dal mare, oggi minacciate dai rischi ambientali – ha sottolineato Salvemini -. Errori che ci riguardano tutti, come amministrazione, come cittadini, come tecnici e studiosi. Considerarli una questione che riguarda solo alcuni sarebbe un errore che non possiamo permetterci. Oggi abbiamo una straordinaria opportunità, ribaltare il passato e investire sul cambiamento delle nostre marine: il piano urbanistico è un patto di cittadinanza fra gli amministratori che hanno la responsabilità di disegnare l’orizzonte di futuro e la città tutta che quel futuro lo deve abitare appieno. Il mare di Lecce ha bisogno di questo patto per liberare iniziative ed energie. È un patto di vivibilità, compatibilità, sostenibilità che tiene insieme le vocazioni paesaggistiche, sportive, culturali, balneari, turistiche». In questo senso, il Pug potrà prevedere alcune opzioni urbanistiche alternative per gli edifici che non saranno condonabili, previa demolizione, attraverso un sistema di permute (scambi), incentivi, trasferimenti in aree sicure, attrezzate e prive di vincoli. «Noi vogliamo essere gli amministratori che scrivono insieme ai propri concittadini le regole su come abitare e vivere questo straordinario patrimonio di bellezza – ha aggiunto il sindaco -.

Senza voltarci dall’altra parte rispetto allo scenario che ci prospettano tecnici, professionisti e scienziati: il mare progressivamente conquista spiaggia e invade spazi edificati da ripensare. Se lo facessimo, anche solo per ragioni di consenso, perderemmo il futuro della nostra città, che invece ha bisogno del suo mare». Poi una risposta verso la posizione degli imprenditori balneari, rappresentata da Mauro Della Valle: «L’amministrazione non mette in discussione l’offerta turistica degli stabilimenti. Quello che cambia perché lo ha voluto il quadro normativo è il criterio attraverso il quale quel titolo concessorio deve essere assegnato. I manufatti in cemento dovranno esser rimossi e, a tutela dell’arenile, si dovrà limitare la concessione degli stabilimenti per consentirne altri usi». 

Miglietta: «Spiagge attrezzate per sport acquatici»

A parlare di sviluppo delle marine è stata l’assessora alle Politiche urbanistiche Rita Miglietta: «Il Pug deve garantire la riappropriazione dei cittadini della costa, immaginando di viverla meglio. Questo vuol dire più spazi pubblici che funzionano, più spiagge per attività sportive e sport acquatici, più investimenti da parte dell’impresa locale, più coraggio da parte di tutti nel capire che abusivismo va affrontato, più spazio per la natura e più consapevolezza dei cambiamenti climatici».
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