Giliberti: città governabile solo se vinco io.
Gli elettori di Alessandro sono vicini a me

Giliberti: città governabile solo se vinco io. Gli elettori di Alessandro sono vicini a me
di Francesca SOZZO
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Mercoledì 14 Giugno 2017, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 18:20

Doveva essere una conferenza stampa ma si è trasformato in comizio vero e proprio. Mauro Giliberti a due giorni dal risultato delle urne leccesi che gli hanno riservato il 45,22% di preferenze - insufficienti però per vincere al primo turno - ha incontrato la stampa in compagnia dei candidati consiglieri che in questi ultimi mesi si sono dati da fare per sostenerlo e si sono spesi incontrando amici ed elettori.
C’erano tutti, o quasi, anche chi non ce «l’ha fatta - ha commentato Giliberti - e questo è il grande risultato. L’entusiamo che ancora oggi c’è. Vuol dire che il risultato del primo turno, che ci vede largamente più forti e largamente vicini alla vittoria finale, è confermato dall’entusiamo». Un comitato gremito, quello di Giliberti che da via Salandra analizza i dati delle urne e pizzica i suoi avversari. «Noi partiamo da un dato: 8.500 voti, siamo andati ad un passo dalla vittoria al primo turno - ha commentato il candidato del centrodestra - e con la consapevolezza che già in consiglio comunale c’è una maggioranza e che qualsiasi altra soluzione che non sia la mia vittoria porterebbe all’ingovernabilità della nostra città».
Un dato oggettivo, secondo Giliberti, che non lascia spazio ad interpretazioni mentre rivendica la compattezza della squadra, tutta, e della coalizione. Quella stessa squadra che oggi deve fare solo un ultimo passo per la vittoria finale che si giocherà il prossimi 25 giugno al secondo turno per il ballottaggio. Lo dicono i numeri, sottolinea Giliberti e anche la composizione del consiglio che così com’è - 16 seggi alla maggioranza - significa che «o vinciamo noi o Lecce diventa una città ingovernabile».
La stilettata è a Carlo Salvemini in corsa al ballottaggio, se dovesse vincere il candidato del centrosinistra si troverebbe con metà del consiglio comunale di centrodestra rischiando di trovarsi numericamente sotto e quindi cadere in poche settimane, come Giliberti aveva già sottolineato dalla pagine di Quotidiano.
Stuzzicato a spiare in casa dei vicini dai giornalisti, il candidato del centrodestra non risparmia considerazioni su Alessandro Delli Noci, il candidato dei movimenti civici e Udc che ha frenato la corsa alla vittoria del primo turno del centrodestra, e Carlo Salvemini con il quale Giliberti dovrà scontrarsi nuovamente alle urne.
Proprio l’elettorato di Delli Noci è quello che potrebbe fare la differenza, ma lo strappo si sa, tra il centrodestra e l’ex assessore della giunta Perrone c’è e tornare al dialogo potrebbe essere impresa non certo semplice. «Io ritengo - ha dichiarato Giliberti - che l’elettorato di Alessandro, quantomeno in larga tendenza, sia culturalmente molto più vicino ad un candidato civico nuovo e di centrodestra piuttosto che a un candidato di sinistra-sinistra che vive una situazione di opposizione che dura da dieci anni. Credo - prosegue - però di dover ascoltare prima le risposte di Carlo e Alessandro rispetto alle dichiarazioni del presidente della Regione Michele Emiliano che dice che “il Pd ha fatto un risultato clamorosamente basso e che grazie a questa azione centrista di Delli Noci siamo riusciti ad arrivare al ballottaggio”. Aspetterei prima la risposta a queste affermazioni che vengono da Emiliano e che devono dare Carlo e Alessandro - ha dichiarato Giliberti - Sta di fatto che inizia ad esserci un certo affetto e una certa consapevolezza di come poi siano andati a finire le cose da parte dell’elettorato di Alessandro, lo sento con la vicinanza fisica non con i boatos. Hanno capito che la loro partita ci ha mandati al ballottaggio e hanno capito che però non vogliono la sinistra che governi la città». Ha parlato di avvicinamento fisiologico Giliberti, inevitabile «e ritengo che l’elettorato si stia avvicinando a noi con il cuore e non in maniera utilitaristica. Per cui io problemi personali non ne ho con Alessandro, non vedo motivi di astio da parte mia né da parte sua; ha fatto una battuta un po’ infelice all’inizio della campagna elettorale, ma basterebbe una stretta di mano per andarci a mangiare una pizza».
Ma tuttavia resta da chiarire prima ancora di sedersi ad un tavolo a discutere la posizione e le volontà in vista della seconda chiamata alle urne del 25 giugno. La domanda che Giliberti si pone è questa incalza Giliberti: «Perché Emiliano fa queste dichiarazioni? E perché Emiliano costruisce questo ponte Salvemini-Delli Noci. Credo che uno dei due debba rispondere e chiarire queste posizioni». Solo una volta chiarito questo aspetto Giliberti potrebbe ragionare su eventuali dialoghi, fermo restando che secondo quanto da lui stesso dichiarato in conferenza stampa, l’elettorato di Delli Noci si sta avvicinando a lui.
E poi ci sono altri aspetti da chiarire. Quel 7% di preferenze in meno rispetto alle liste che ha registrato il candidato del centrodestra Giliberti. Preferenze che mancano all’appello e che sembrano essere il risultato del voto disgiunto che alla vigilia delle elezioni sembrava dovesse essere di gran lunga superiore.
Tuttavia l’occasione dell’incontro di ieri mattina è servita a Giliberti anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Credo che il voto disgiunto che c’è stato, sia derivato dal fatto che le nostre liste sono state in grado di entrare nelle tante famiglie, nelle case di tutte le appartenenze politiche. Essendoci una differenza incredibile tra le mie liste e quelle degli altri che superano di poco il 10%, i miei candidati qualche voto disgiunto ce l’hanno. Qualcuno invece ha fatto il furbacchione - ha ribadito il candidato del centrodestra - e ha organizzato il voto disgiunto e in questo caso parliamo di politici di lungo corso, è rimasto a casa».
«L’elettorato non ammette il tradimento - dice - e guarda al futuro. All’elettorato non puoi chiedere di essere scorretto, perché il leccese non lo è. Per cui col voto o lancia messaggi o emette sentenze e nel caso specifico dei furbacchioni ha emesso sentenze e vuol dire che non vogliono furbetti al governo di questa città, né in maggioranza né in opposizione».
Quindi lo sguardo rivolto al 25 giugno. «Votare al ballottaggio - ha detto Giliberti - è velocissimo. Sono sicuro che i presidenti di sezione non se la prenderanno se più di qualcuno andrà a votare in costume da bagno».
 

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