Gallipoli, un fiume silenzioso per la processione dell'Addolorata

Gallipoli, un fiume silenzioso per la processione dell'Addolorata
di Rita DE BERNART
2 Minuti di Lettura
Sabato 1 Aprile 2023, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 08:20

Tutto si ferma. A mezzogiorno del venerdi che precede la domenica delle Palme a Gallipoli c'è spazio solo per Maria, la madre celeste. È il venerdì della Madonna, é la settimana dell'Addolorata.
Non c'è un Gallipolino che in questo giorno non abbia un pensiero per Lei, un rigurgito di fede. Alle 12, più o meno, il simulacro, facendosi strada tra una incredibile marea di fedeli,esce  dalla Chiesa del Carmine per recarsi in Cattedrale. Celebrazione eucaristica, preghiere, l'esecuzione dello Stabat Mater e poi la Statua viene portata in processione per le strade della città.

Il fiume silenzioso l'accompagna fino a sera

Un fiume silenzioso al seguito la contempla e l'accompagna, fino a sera. Fino al momento più atteso quando, affacciandosi dalle mura urbiche, guardando al porto Maria benedice il popolo e la gente di mare. Accompagnata dal suono dei clacson di decine di auto. Certamente uno dei momenti di pathos più alti della devozione dei Gallipolini e che introduce alla settimana Santa. Da questo momento tutto é proiettato ai riti del triduo pasquale. La messa solenne in coena domini del giovedì santo, la visita ai repositori, i sepolcri nella tradizione popolare, l'introspezione e il rigore delle celebrazioni del venerdì.

I riti

E l'attesissima processione dei Misteri, "l'Urnia" la chiamano da queste parti.

A cui Segue quella della "Desolata", Maria raminga e disperata alla ricerca del figlio crocifisso. Struggente e commovente, si conclude alle 10 del mattino seguente. Quando è Pasqua, ormai. E di fronte alla spiaggetta della Purità che sembra abbracciarli Maria e suo Figlio si ricongiungono. Una folla festante. Lacrime sincere. Abbracci fraterni. È il miracolo della fede. In questi giorni si risveglia nell'intera popolazione una fede profonda, mista, forse a volte, anche a folclore e clamore ma sempre autentica. Radicata. Ancestrale. "Qui certe cose le abbiamo nel Dna" si dice. Solo chi ha sangue locale può capire. Ed in effetti é un po' così. Proprio in quella cittadina spesso additata di tante nefandezze, dedita in estate alle attività più ludiche, oggetto di tante critiche che spesso i gallipolini, sornion, accolgono quasi compiaciuti di una certa reputazione tipica della gente di mare; proprio qui la religiosità ha un posto importante. Proprio qui le cose di chiesa sono un fatto untimo, cose serie. E si sa, ad un Gallipolino, puoi dire qualsiasi cosa ma non toccategli i santi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA