La figlia di Barba accusa: «E' stato papà e mi ha costretta ad aiutarlo»

La figlia di Barba accusa: «E' stato papà e mi ha costretta ad aiutarlo»
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Mercoledì 1 Febbraio 2017, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:59

«E' stato papà a uccidere Khalid... e mi ha anche costretta ad aiutarlo a nascondere il suo cadavere». La pesante accusa contro l'ex pentito gallipolino Marco Barba, 43 anni, questa volta è arrivata dall'interno della sua stessa famiglia. Da una delle figlie, per la precisione, la stessa che l'altra sera si è presentata nella caserma dei carabinieri di Gallipoli per rivelare tutti i retroscena della scomparsa del marocchino Khalid Lagraidi, 41 anni, ambulante con residenza a Lecce, scomparso il 23 giugno scorso e sul quale era stata avviata dai poliziotti della Squadra mobile un’inchiesta per sequestro di persona, dopo la denuncia presentata in Questura dalla sorella.

«E' stato ucciso», ha detto la giovane figlia di Barba agli investigatori. E poi li ha guidati lì dov'era stato nascosto il cadavere, in quella pineta in contrada Monaci, un boschetto a poca distanza dalla strada per Leuca. Lì dove c'era quel bidone di ferro, un vecchio fusto di olii carburanti, abbandonato come se fosse uno dei tanti rifiuti che sporcano le campagne salentine, semicoperto di arbusti e di pietre. Dentro quel fusto, invece, c'era il corpo di Khalid, ormai in avanzato stato di decomposizione, avvolto e bloccato dal cemento e dalla calce con cui era stato ricoperto prima di essere chiuso in quella bara di metallo.

Quale sia il vero motivo per cui Marco Barba avrebbe ammazzato il giovane marocchino, è un aspetto della vicenda sul quale gli investigatori stanno ancora lavorando. Per diverse ore ieri gli inquirenti, magistrato e carabinieri, hanno interrogato (solo come persone informate dei fatti) la figlia dell'ex pentito e poi anche le sue due altre sorelle e la madre. Tutte sapevano dell'omicidio di Khalid. E lo hanno confermato.

  

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