Impianto di compostaggio, no di Soleto e Nardò
Tutto da rifare per la Regione

Impianto di compostaggio, no di Soleto e Nardò Tutto da rifare per la Regione
di Fernando DURANTE
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Domenica 1 Luglio 2018, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 17:47
Impianto di compostaggio nel Salento: per la Regione è tutto da rifare. Dopo il no inaspettato di giovedì scorso del Comune di Soleto (il sito scelto dalla Regione), ora arriva anche quello incondizionato del sindaco di Nardò Pippi Mellone e - di fatto - anche quello del sindaco di Melpignano Ivan Stomeo, che si dice disponibile ad accogliere «anche un impianto di grande dimensione ma solo aerobico». Mentre quelli previsti attualmente dalla Regione sono impianti integrati anaerobici/aerobici. La differenza (argomento di grandi discussioni) non è insignificante. La frazione organica contenuta nei rifiuti urbani può essere degradata, stabilizzata ed eventualmente trasformata in fertilizzante in due modi: aerobico (all’aria) e anaerobico (in assenza d’aria).
Intascato il dietrofront di Soleto, la Regione si era già mossa per trovare altri territori. Il primo a tirarsi indietro è stato Mellone che - dopo essere stato interpellato dal commissario dell’Agenzia regionale per i rifiuti Gianfranco Grandaliano - venerdì ha inviato una Pec a Bari per chiarire la sua posizione. «Nardò, come stabilito - ribadisce Mellone - ospiterà l’impianto per la plastica. Non abbiamo invece nessun interesse a far sorgere nel nostro territorio un impianto di compostaggio». E questo al di là della quantità di rifiuti eventualmente da trattare.
Per il sindaco di Soleto Graziano Vantaggiato, invece, è stata proprio la quantità prevista (50mila tonnellate) a spingerlo giovedì a scrivere alla Regione ritirando la disponibilità ad ospitare sul proprio territorio un impianto di compostaggio anaerobico/aerobico di tale portata, ribadendo invece di essere «disponibile ad ospitare impianti di piccola portata, 3.000/5.000 tonnellate di tipo aerobico per la produzione di compost di qualità». Così il primo cittadino pur dicendosi «rammaricato per l’eventuale disagio che tale decisione potrà arrecare all’amministrazione regionale», scarica nuovamente il problema nelle mani del presidente Michele Emiliano, che dovrà ora ricominciare un nuovo giro di consultazioni tra i Comuni che, rispondendo all’avvio pubblico della Regione, avevano dato la propria disponibilità.
Intanto a Soleto esultano le opposizioni al progetto. Fra queste le associazioni ambientaliste. Nella lettera alla Regione, il sindaco Vantaggiato, scrive che, nel confronto con la propria maggioranza e con la cittadinanza, sono scaturite «perplessità e paura del territorio difficilmente superabili» rispetto alla quantità che si paventava arrivasse nel sito indicato, ossia - come detto - 50mila tonnellate all’anno. Quantità, «appresa solo in sede di negoziazione», tiene a precisare il primo cittadino di Soleto. Necessario quindi, riascoltare la gente. Peraltro, in una dichiarazione di qualche giorno prima Vantaggiato aveva già tenuto a precisare che «se l’impianto non mette in discussione la salubrità dell’aria e la salute dei cittadini, si farà; in caso contrario non se ne parla».
Sulla decisione di fare marcia indietro del primo cittadino, interviene il consigliere regionale 5 Stelle, Cristian Casilli: «Bene ha fatto il sindaco di Soleto a fare marcia indietro. Più volte al Commissario Ager, Gianfranco Grandaliano, e al Governatore Emiliano abbiamo proposto di distribuire questi impianti in modo più uniforme sui territori riducendone la portata, ma soprattutto evitare l’anaerobico e spingere sull’aerobico. È risaputo - prosegue Casili - che la provincia di Lecce per l’umido ha un fabbisogno totale di circa 110 mila tonnellate, allora perché puntare su un unico grande impianto tra l’altro più impattante da un punto di vista ambientale?»
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