Circonvenzione di incapace per farsi intestare un'auto? Assolto con formula piena

Circonvenzione di incapace per farsi intestare un'auto? Assolto con formula piena
di Pierangelo TEMPESTA
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Venerdì 28 Aprile 2023, 21:36

Era stato portato a processo per circonvenzione di incapace e appropriazione indebita: per l'accusa, si era fatto intestare l'auto della sua convivente, per poi sottrarle materialmente la vettura. A. I., 62enne nato in Calabria e residente a Poggiardo, nei giorni scorsi è stato assolto perché il fatto non sussiste.

La sentenza

La sentenza è stata firmata dal giudice del Tribunale di Lecce Fabrizio Malagnino.

Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe approfittato dello stato di infermità psichica di una donna di 55 anni, con la quale aveva intrapreso una relazione, e dopo averne carpito la fiducia le avrebbe fatto accettare la prosecuzione della sua precedente relazione con un'altra donna. Poi si sarebbe procurato la disponibilità materiale della Fiat Punto intestata alla donna, facendosela consegnare e usandola per la commissioni quotidiane, oltre che per andare a trovare la propria famiglia d'origine in Calabria. Avrebbe anche indotto la donna ad avviare la pratica per il passaggio di proprietà dell'auto, procedura rimasta poi incompiuta per il mancato pagamento degli oneri amministrativi di registrazione presso il Pra. Avrebbe quindi indotto la 55enne a sottoscrivere una dichiarazione di vendita del mezzo finalizzata alla trascrizione e al passaggio di proprietà. Infine, si sarebbe allontanato con l'auto insieme alla vecchia compagna, rifiutandosi di restituire la vettura.

La difesa

Il giudice, accogliendo la tesi difensiva dell'avvocato Giorgio Caroli, ha assolto il 62enne da ogni accusa. Per quanto riguarda la circonvenzione d'incapace, ha sottolineato che l'uso dell'auto era saltuario e occasionale e che il passaggio di proprietà non si è mai perfezionato. La titolarità dell'auto, dunque, è sempre stata in capo alla donna. Per l'appropriazione indebita, invece, nel corso del dibattimento è emerso che, alcuni giorni dopo essersi allontanato con l'auto, l'uomo avrebbe comunicato alla 55enne l'indirizzo presso il quale aveva parcheggiato il mezzo. Aveva anche lasciato le chiavi nel portabagagli. È stata la donna, scrive il giudice nelle motivazioni, «a lasciar trascorrere diversi giorni prima di procedere al recupero dell'auto», tanto che, alla fine, della vettura non c'era più traccia, essendo stata con ogni probabilità rubata da qualche malintenzionato. Da qui l'assoluzione con formula piena dell'indagato.

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