Stipendi Statali, gli aumenti categoria per categoria: il maxi-anticipo arriva fino a 2 mila euro

L' “antipasto” del nuovo contratto dei dipendenti pubblici arriverà tra novembre e dicembre

Stipendi Statali, gli aumenti categoria per categoria: il maxi-anticipo arriva fino a 2 mila euro
Stipendi Statali, gli aumenti categoria per categoria: il maxi-anticipo arriva fino a 2 mila euro
di Roberta Amoruso
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Domenica 22 Ottobre 2023, 09:35

Un anno di aumenti tutti in una sola busta paga. Che potrebbe essere già quella di novembre, se il pressing del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo avrà successo. Nell’ultimo consiglio dei ministri che aveva affrontato la questione i titolare della Funzione pubblica ha chiesto che l’anticipo di 2 miliardi del rinnovo dei contratti pubblici sia pagato con i cedolini dei dipendenti pubblici del prossimo mese. E comunque prima della tredicesima, come ha promesso ufficialmente lo stesso ministro. E questo per fare sì che “l’extra” non si confonda con l’assegno extra che arriva ogni anno prima di Natale. Si tratta di un extra che sarà particolarmente consistente e arriverà nel caso dei dirigenti di prima fascia, a sfiorare i 2 mila euro. Mentre per un funzionario supererà comunque i mille euro.

 

Le risorse

Non solo.

A beneficiare di questo  “antipasto” del nuovo contratto dei dipendenti pubblici, saranno anche tutte le forze di sicurezza, dalla Polizia all’esercito. Anche per loro arriverà il maxi-assegno in attesa di rinnovare il prossimo anno il contratto di lavoro. Ma andiamo con ordine. Per i dipendenti pubblici il governo ha stanziato 7,3 miliardi di euro. Cinque miliardi sono destinati agli aumenti del comparto statale, dai professori, ai dipendenti dei ministeri, fino a quelli dell’Inps e delle Agenzie fiscali. In questa cifra sono compresi anche i soldi destinati ad aumentare gli stipendi delle forze di polizia.

 

 

Il meccanismo

Due miliardi dei cinque stanziati, saranno “anticipati” come detto nel 2023. A novembre, se si farà in tempo, o in alternativa con le buste paga di dicembre. Tecnicamente l’anticipo avverrà con un aumento di 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici. Si tratta di un aumento del 3,35 per cento, che equivale a una somma mensile che oscillerà dunque tra 50 e 149 euro a seconda delle qualifiche e che va moltiplicata per le 13 mensilità che saranno pagate come detto tutte insieme. Poi il prossimo anno ci saranno gli aumenti contrattuali veri e propri che assorbiranno anche l’indennità di vacanza contrattuale.

Di quanto saranno gli aumenti?

Secondo i calcoli preliminari, nel 2024 l’aumento delle retribuzioni dovrebbe sfiorare il 6 per cento. Per medici e infermieri gli aumenti saranno più consistenti grazie allo stanziamento ad hoc da 2,3 miliardi destinato al rinnovo dei loro contratti. In più avranno a disposizione altri 700 milioni per aumentare la retribuzione delle ore extra e per lo smaltimento delle liste d’attesa. Per la Sanità, inoltre, ci saranno 250 milioni di euro per l’anno 2025 e 350 milioni di euro dal 2026 per potenziare l’assistenza territoriale anche con nuove assunzioni di personale sanitario. I dipendenti pubblici, come tutti gli altri dipendenti, beneficeranno poi della conferma del taglio del cuneo contributivo. La manovra proroga per un altro anno la riduzione dei contributi del 7 per cento per i chi guadagna fino a 25 mila euro e del 6 per cento per chi invece ha una retribuzione compresa tra 25 mila e 35 mila euro. Questa misura consentirà di mantenere anche per il prossimo anno una busta paga più “pesante” fino a 100 euro mensili.

 

Il passaggio

La manovra inoltre, rafforza i fringe benefit - i bonus aziendali in forma di beni e servizi - che non vengono tassati. Lo sgravio sarà più alto per i lavoratori con figli per i quali arriverà a 2 mila euro (contro i 3 mila attuali), mentre per i lavoratori senza figli la detassazione si fermerà a mille euro. Confermati anche gli sgravi sui premi di produttività, con la tassazione agevolata al 5 per cento. Arriva anche la detassazione per i lavoratori del settore del turismo notturno e festivo. Cala invece l’agevolazione per gli impatriati, cioè chi torna a lavorare in Italia e trasferisce la residenza nel 2024 per almeno 5 anni: la riduzione della tassazione sarà del 50% e non più del 70% come in passato.

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