Bitcoin in Borsa, arriva l’Etf ma non conviene. Poche regole e tasse elevate

In Europa montano le preoccupazioni delle Authority sulle criptovalute. Valdonio (Maisto & Associati): agli italiani non si applica l’aliquota al 26%

Bitcoin in Borsa, arriva l’Etf ma non conviene. Poche regole e tasse elevate
di Giacomo Andreoli
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 31 Gennaio 2024, 14:03 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 07:34

Per il Bitcoin e le criptovalute il momento sembra essere di quelli decisivi e in tutta Europa non mancano le preoccupazioni di esperti e Authority varie.

L’atteso, ma anche controverso, via libera arrivato a metà gennaio dell’americana Securities and exchange commission (Sec), l’ente regolatore che vigila sulle Borse, all’Etf “spot” sul Bitcoin è uno spartiacque. L’ok al primo fondo speculativo quotato in Borsa che segue il prezzo attuale di questa valuta, senza derivati o contratti a termine, è infatti considerato una decisione storica, che può avvicinare ai maggiori circuiti finanziari internazionali le valute digitali. Aprendo così scenari inediti e finora inesplorati per un settore considerato da molti un Far West senza regole. Questo perché, a differenza di altri strumenti monetari, il Bitcoin non risponde alle regole delle banche centrali quando emettono moneta e non ha un vigilante: è insomma a metà tra una valuta e un investimento finanziario rischioso. C’è chi teme una sorta di legalizzazione del gioco d’azzardo, il favoreggiamento della criminalità o un pericolo per il risparmio, con una miccia pericolosa verso una nuova bolla finanziaria, come accadde nel 2007 con i mutui sub prime. Per altri si avvicina la prospettiva di un oro digitale o addirittura di una moneta internazionale disintermediata, senza autorità di controllo. Ma cosa cambia per i mercati e per gli investitori italiani?

LA REAZIONE DEL MERCATO

 La Consob Usa ha dato il via libera a 11 proposte di Etf spot, che fanno guadagnare o perdere denaro senza mai acquistare direttamente la criptovaluta, avvicinando così a questo mondo i piccoli investitori cosiddetti “retail”, finora distanti. Una netta inversione di rotta da parte della Sec, che per anni si è opposta agli asset cripto, ritenendoli troppo volatili e soggetti a frodi o manipolazioni di mercato. Poi, però, una sentenza dello scorso anno a favore del gestore di asset cripto Grayscale, ha cambiato le carte in tavola. Il presidente Gary Gensler ha comunque spiegato che l’ente «non ha approvato o appoggiato il Bitcoin». Da qui la richiesta agli investitori di mantenere la cautela per la «miriade di rischi», anche perché «gli asset sottostanti agli Etf sui metalli hanno usi industriali e di consumo, mentre il Bitcoin è un asset speculativo, utilizzato anche per attività illecite come la diffusione di virus informatici, il riciclaggio di denaro, l’evasione delle sanzioni e il finanziamento del terrorismo». Come segnalato dal governo americano, la Commissione Ue e il tandem Fed-Bce, ci sono poi altri traffici illegali legati alle cripto.

Ad esempio la ‘ndrangheta usa queste valute per assoldare killer e contrabbandare armi e organi umani. Sulla sicurezza, però, c’è chi ha messo in evidenza la contraddizione della stessa Sec, che appena 20 giorni fa è stata hackerata con un falso messaggio sul suo account X. Dopo il via libera il valore del Bitcoin è comunque schizzato a 45mila dollari, per poi tornare sotto i 40mila. Per gli esperti è una discesa fisiologica, come dopo altri eventi ritenuti in passato svolte per le valute digitali. E ancora: la criptovaluta avrebbe difficoltà a competere con i titoli tradizionali in un momento positivo per Wall Street. La Sec ha poi rinviato le decisioni sugli Etf di BlackRock basati su Ether, la seconda più nota criptovaluta, per un supplemento di verifiche. Quindi la stessa Authority ha assicurato che non approverà standard di quotazione tout court per i titoli delle criptovalute. Tuttavia gli analisti prevedono l’espansione degli investimenti nel settore, anche grazie a un possibile accordo di condivisione della sorveglianza tra chi fornisce le monete digitali e le autorità di vigilanza.

UNA PARTITA DA DEFINIRE

 Per l’Italia, per ora, cambia poco. Come spiega a MoltoEconomia Christian Miccoli, fondatore di Conio, il primo wallet Bitcoin multi-firma per smartphone in Italia, «l’Etf Bitcoin spot ora è disponibile solo negli Usa e durante l’apertura della Borsa, mentre le altre negoziazioni di Bitcoin sono mondiali e sempre aperte». Non ci sono ancora, quindi, come spiega Marco Valdonio, partner dello Studio Maisto e Associati, «Etf Bitcoin europei». E allora «ai piccoli investitori italiani non conviene investirci: pagherebbero fino al 43% di tasse contro l’aliquota al 26% per gli altri investimenti finanziari». Già oggi, però, il giro d’affari italiano nel settore vale 38 milioni di euro e 3,6 milioni di persone possiedono criptovalute o gettoni virtuali (con una crescita del 110% tra il 2022 e il 2023). Il mercato europeo potrebbe non stare a guardare, con gli operatori del Vecchio Continente pronti a entrare in gioco, coinvolgendo anche, per la prima volta, fondi e banche. Ma così, per alcuni, ci sarebbe il rischio di Etf sulle cripto recepiti dai gestori del risparmio come strumenti già regolati e vigilati. Da qui l’esigenza, conferma Valdonio, «di regole precise in Ue, perché gli Etf sono legittimi, ma vanno monitorati». Lo stesso auspica il numero uno della Consob italiana, Paolo Savona, anche per «escludere l’uso monetario legale delle criptovalute» e un’eventuale competizione con l’euro digitale. Per Savona, d’altronde, gli investimenti in criptovalute «a fronte di un creditore non hanno un debitore accertato». Finora, però, le autorità europee si sono rimpallate il problema. Ancora più importante delle regole, poi, secondo vari docenti italiani, sarebbe una maggiore formazione, affinché il Bitcoin e poche altre criptovalute senza truffe diventino solo uno di possibili investimenti. Un primo, intervento, però, in Europa è già arrivato. L’Autorità di Vigilanza Bancaria dell’Ue a fine 2023 ha esteso la sua direttiva anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo alle imprese di crypto asset con sede in Europa, creando nuove linee guida. Un primo passo basato sulla moral suasion, ma comunque significativo. 

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