Si è spenta a 93 anni la regista e documentarista Cecilia Mangini. Nata a Mola di Bari, ma vissuta prima a Firenze e poi a Roma, ha collaborato a lungo con il marito Lino Del Fra, tra le voci più autorevoli del documentario italiano. Ma anche con Pier Paolo Pasolini. Proprio per il centenario della nascita del Pci, si è tornati a parlare di uno dei lavori sul socialismo italiano, firmato con Del Fra e Lino Miccichè.
lI tema del Meridione è stato al centro dei suoi primi lavori prima che l'interesse per la politica la portasse altrove: All'armi siam fascisti!, il film del '62 che la portò alla Mostra del Cinema di Venezia e suscitò una serie di polemiche e un passaggio pesante alla censura. Essere Donne, nel '64, è stato uno dei primi film a documentare la condizione femminile di quegli anni.
Con Fata Morgana fu premiata a Venezia.
Fortissimo il suo rapporto con il Salento, iniziato nel 1960 con il documentario sui canti funebri della Grecìa, “Stendalì”, e ritrovato più recentemente grazie al Cinema del reale di cui è stata una sorta di madrina cementando la collaborazione con il regista Paolo Pisanelli, ideatore del festival.
I due nel 2020 hanno prodotto insieme il documentario “Due scatole dimenticate”, sulle immagini scattate dalla Mangini 50 anni prima, durante la guerra in Vietnam.