Occorre uno schieramento che dia spazio a coloro che non hanno alle spalle un’esperienza politica, ma con competenze nelle professioni e nell’economia. Sfruttando disponibilit che gi ci sono.
Alfredo Mantovano, parlamentare Pdl ed ex sottosegretario: invoca lo spacchettamento del partito?
«No, parlo proprio di scioglimento. La situazione attuale ha elementi di analogia con quella del 92-93: anche all’epoca il pentapartito aveva problemi seri di salute, e più di uno riteneva che fosse solo un raffreddore di passaggio. Anche all’epoca c’era l’esigenza diffusa di rinnovamento: ci furono sondaggi con alcune personalità per capire se erano nelle condizioni di guidare un fronte moderato, e dinanzi alla risposta negativa fu Berlusconi a prendere l’iniziativa in prima persona».
«Nel bene e nel male, ci vuole equilibrio nelle valutazioni. Certo, oggi è il momento della delusione, delle attese non rispettate. Le cause sono tante, non tutte dipendenti da incapacità o dai fatti sotto gli occhi di tutti».
«Ci sono tante pseudo-soluzioni da mettere da parte, troppo semplicistiche. Una di queste è quella in base alla quale basterebbe il certificato anagrafico: le vicende laziali dimostrano che larga parte dei protagonisti sono giovani. Né è un problema di dialettica tra ex An ed ex Forza Italia, ormai superata dai fatti. È inimmaginabile tornare a 4-5 anni fa».
«Bisogna procedere con buonsenso. Se chiedessimo agli elettori di centrodestra, ci darebbero le risposte più adeguate: conta il certificato penale e il bilancio dei risultati ottenuti. E la classe dirigente potrebbe essere scelta con le primarie».
«La realtà ha ormai escluso partiti a forte connotazione ideologica. Il senso di realtà impone di considerare che l’agenda Monti non può durare un anno: sarebbe strano se oggi gli italiani facessero sacrifici pesanti e tutto questo venisse disperso dopo le elezioni. Sarebbe saggia per tutta la politica una dichiarazione d’intenti a non toccare la sostanza di quanto fatto in questi mesi.
«Il punto di partenza dev’essere l’insoddisfazione dell’elettorato di centrodestra. Da qui le proposte di azzeramento. Come poi si procederà è difficile programmarlo passo dopo passo. Berlusconi ha costituito e guidato il centrodestra, e non si può prescindere da lui. Ma quale ruolo avrà lo deve decidere lui».
«Non polemico, ma propositivo. Quando ci riuniremo a Bari il 6 ottobre arriveremo con un documento fatto di proposte nazionali e regionali, per dialogare - come facciamo - anche con associazioni, sindacati e categorie».