PUGLIA MON AMOUR/Umberto Veronesi: «Puglia, terra magica per i miei peperoncini»

PUGLIA MON AMOUR/Umberto Veronesi: «Puglia, terra magica per i miei peperoncini»
di Valeria BLANCO
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Lunedì 1 Settembre 2014, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 19:01

C’è chi la sceglie per il mare cristallino, chi per la bellezza delle campagne punteggiate da ulivi secolari, chi per la movida e chi ancora per il buon cibo. La Puglia è ormai una delle mete di viaggio più ambite dai turisti. Tra questi, anche tanti ospiti “speciali”: artisti nazionali e internazionali che vi hanno acquistato casa, eleggendo la regione a buen retiro, oppure che ci tornano ogni anno semplicemente per qualche giorno di relax. Questa rubrica dà loro voce per raccontare i tanti volti del territorio dal punto di vista di chi lo ha scelto come “casa”. A parlare di Puglia oggi è l'oncologo Umberto Veronesi, che passa le vacanze nei trulli di sua proprietà a Martina Franca.

Senatore, ex ministro della Sanità, direttore scientifico dell’Istituto europeo di Oncologia a Milano, ma soprattutto chirurgo e ricercatore di fama mondiale, il professor Umberto Veronesi ha eletto una frazione di Martina Franca come buen retiro. Qui ha restaurato un complesso di trulli, i trulli di Orazio, che risale al 1800 e si trova all’interno di una tenuta di quattro ettari nel cuore della Valle d’Itria. E almeno tre volte l’anno ci trascorre qualche giorno con la moglie, la pediatra Susy Razon.

Professore, come mai ha scelto la Puglia come buen retiro?

«Mi sono innamorato di questa regione grazie a mio fratello e mio nipote. Mio fratello Guido ha una casa bellissima vicino a Ostuni e suo figlio ha acquistato una masseria vicino al mare, che ha trasformato nel centro alberghiero “Le Taverne”. Siamo molto legati e ci frequentiamo appena possibile e così, venendo a trovarli, è nato un amore collettivo dei Veronesi per quest’area».

Tanto che alla fine ha deciso di comprare casa a Martina Franca.

«Un giorno ho scoperto una frazione vicino Martina, con una serie di trulli ottocenteschi abbandonati. È stato un colpo di fulmine: non ho resistito al desiderio di restaurarli e farli rivivere, ridondano loro quel fascino che emanavano anche nella loro decadenza. Grazie agli architetti Flore e Venezia il desiderio è diventato una splendida realtà: i trulli son considerati fra i migliori esempi di restauro in Italia e io sono felice di aver dato un piccolo contributo alla valorizzazione dei tesori della terra pugliese».

Come passa le sue giornate in Puglia?

«Scendo più o meno tre volte l’anno e mi dedico all’esplorazione di questa terra che mi ha fatto innamorare e che considero uno scrigno di gioielli sconosciuti.

Molti luoghi mi affascinano tanto da farmi tornare ogni volta per vederli con occhi diversi. Il tempo che passo nei trulli è invece autentico relax: lettura e riflessione. C’è un’atmosfera meditativa, quasi mistica, che concilia con se stessi e induce la spiritualità».

Ha uno o più luoghi del cuore?

«Martina Franca e Cisternino, la cattedrale di Trani, il castello di Federico II e poi Otranto, Lecce, Gallipoli. Aggiungo anche l’Istituto Oncologico di Bari perché ho partecipato alla sua ideazione molti anni fa. Bari aveva un centro oncologico in una casa di cura e io ho pensato che una regione che amavo non poteva non avere un ospedale di eccellenza per la cura del cancro. Così, a poco a poco, la clinica privata è diventata un istituto a carattere scientifico, oggi fiore all’occhiello della sanità pugliese».

Ha un ricordo particolare legato alla Puglia?

«Il paesaggio degli ulivi secolari che sembrano creature umane viventi e gesticolanti».

Quali sono i pregi e i difetti dei Pugliesi?

«Sui pregi sono ferrato: sono ospitali, sinceri, grandi lavoratori, con un rispetto sacrale per la natura e la storia. E allo steso tempo un’apertura mentale sul futuro. I difetti potrei forse scoprirli vivendo la Puglia non da turista».

Quali eccellenze riconosce alla Puglia e quali, invece, sono le pecche da migliorare?

«La prima eccellenza che è la capacità di capire e preservare il grande patrimonio artistico e culturale di questa terra straordinaria, conciliandola con la modernità e l’efficienza. Per esempio la natura è intatta, ma la rete stradale è ottima. Per le pecche vale lo stesso discorso dei difetti: da esterno “ospite” non saprei indicarne».

Puglia e cibo: qual è il suo piatto preferito?

«Le orecchiette alle cime di rapa perché sono buonissime e salutari».

Il cibo pugliese (olio extravergine, ortaggi, verdure e dieta mediterranea in genere) può aiutare a prevenire o evitare alcune malattie?

«Certamente. Il tipo di dieta pugliese previene il cancro. Infatti la regione ha un tasso di incidenza tumorale inferiore alla media del Nord Italia e questo è sicuramente dovuto all’alimentazione corretta. Bisogna ricordare che una dieta prevalentemente vegetariana non solo non provoca il cancro – mentre sappiamo che un consumo eccessivo di carne aumenta il rischio del tumore dell’intestino e i primi studi indicano lo stesso rischio per il seno - ma addirittura ci protegge. Molta verdure e frutti contengono infatti sostanze che esercitano un’azione anticancro».

La Puglia è tra le regioni dove i malati possono già curarsi con la cannabis e tra quelle candidate alla coltivazione della cannabis terapeutica. Che ne pensa?

«Penso che sia un grande merito della regione, che non fa che confermare l’apertura mentale di chi ci vive. I derivati della cannabis possono essere di grande aiuto per alleviare il dolore dei malati gravi di cancro e di altre malattie invalidanti. C’è da sperare che la Puglia serva da modello per le altre regioni italiane».

Cosa mette in valigia prima di partire dalla Puglia?

«Il peperoncino, che coltivo io nel mio orto, pomodori freschi e olio d’oliva».

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